Non è la prima volta, per l’esattezza è la seconda, che Patti Smith viene onorata nel nostro paese con una laurea honoris causa. Un paio di anni fa era stata l’università di Parma a concederle il grande onore, adesso è stata quella di Padova. Esattamente l’ex madrina del punk è diventata dottoressa di lingue e letterature europee e americane, concessa nell’Aula Magna di Palazzo Bo, l’aula dove insegnava Galileo Galilei e dove è conservato ancora il suo tavolo, che la Smith ha ammirato con commozione. A proposito del quale, ha dichiarato: “Sembra il tavolo di un falegname. Grosso, grezzo, umile. Non certo un tavolo da principe o da ricco. Ecco, prometto di restare come quel tavolo per il futuro e vi ringrazio dal profondo del cuore”. La cantante è in Italia anche per una serie di incontri pubblici, canzoni e reading. Dopo due esibizioni a Trieste sarà a a Carpi, Milano, Spoleto, Ravenna e Pavia. Da sempre attivista per i diritti umani, ha ricordato l’importanza della battaglia per il clima: “Ho il cuore infranto per quello che è accaduto a Venezia, ma anche nella foresta pluviale amazzonica e altrove. È una questione globale, in tutto il mondo c’è gente che ha bisogno d’ispirazione, di sensibilizzazione o di un aiuto economico. Negli Stati Uniti le persone devono alzarsi e far sentire la loro voce al presidente Trump, che ha abbandonato gli accordi di Parigi e non crede nei cambiamenti climatici. Dobbiamo farci sentire attraverso il voto, le marce di protesta e gli scioperi”.
PATTI SMITH, I GIORNI AL CHELSEA HOTEL
Nel suo discorso di ringraziamento, ha invece detto che “Sognavo una laurea in una università così importante. Ero troppo povera per permettermela e oltretutto nn ero nemmeno una brava studentessa. Mi sono educata attraverso i libri, libri che ho letto avidamente. Nel 1969 ero al Chelsea Hotel a New York, la mia vera università, dove ho incontrato artisti, attivisti, scrittori. Come Allen Ginsberg che fu il mio vero maestro, che mi insegnò a unire impegno civile e letteratura, parole e arte. Il mio secondo grande maestro al Chelsea fu William Burroughs. Mi insegnò che la cosa più importante per un essere umano è di mantenere il proprio nome pulito, lontano dalle macchie dell’ambizione, pulito di umanità”. Patti Smith ha anche eseguito una canzone, My Blakean Year”, dedicata al poeta inglese William Blake.