I MINISTRI UE RAGGIUNGONO L’ACCORDO SUL NUOVO PATTO DI STABILITÀ

Con un’accelerazione che vi abbiamo raccontato in queste ultime convulse ore, i Ministri dell’Economia Ue riuniti nell’Ecofin in videoconferenza hanno approvato la riforma del nuovo Patto di Stabilità e Crescita: «L’Ecofin ha trovato l’accordo sul nuovo quadro di governance economica che garantisce stabilità e crescita, con regole che sono equilibrate, realistiche e pronte per le sfide presenti e future», ha annunciato la Presidenza spagnola di turno del Consiglio Ue, parlando di «accordo storico». Secondo le prime fonti da Bruxelles, al nuovo Patto avrebbe infine dato il proprio assenso anche l’Italia, concordando con le nuove regole su deficit, debito e Pil: fonti Ue all’Adnkronos spiegano che il Ministro dell’Economia Giorgetti ha commentato «In uno spirito di compromesso, abbiamo deciso di acconsentire», dicendosi favorevole alla proposta.



In attesa di avere il testo finale della bozza approvata dall’Ecofin – che sarà poi presentata ai singoli parlamenti dei Paesi membri – il documento sul tavolo dei Ministri Ue tiene conto dei Pnrr per la proroga, richiesta presentata dall’Italia e accolta. compromesso – riportano ancora le fonti di Adnkronos – prevede altri elementi che stavano a cuore a Roma, «in particolare la presa in considerazione degli investimenti e delle riforme nell’estensione del periodo di aggiustamento, il ritmo “progressivo” per tornare all’obiettivo di deficit strutturale dell’1,5%, considerando per di più che per l’Italia l’obiettivo di medio termine era un “surplus di bilancio” strutturale».



«Le nuove regole di bilancio per i Paesi membri dell’Ue sono più realistiche ed efficaci allo stesso tempo. Combinano cifre chiare per deficit inferiori e rapporti debito/Pil in calo con incentivi per investimenti e riforme strutturali. La politica di stabilità è stata rafforzata», è il commento finale del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, mentre dal commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni si sottolinea la soddisfazione «per l’accordo unanime raggiunto tra i ministri delle Finanze dell’Ue». Anche se i negoziati non sono stati facili, conclude l’ex Premier Pd, «il nuovo testo rispetto alla nostra proposta preleva gli elementi fondamentali: uno spostamento verso una pianificazione fiscale più a medio termine; una maggiore titolarità da parte degli Stati membri dei piani fiscali, all’interno di un quadro comune; e la possibilità di perseguire un aggiustamento fiscale più graduale per riflettere gli impegni verso investimenti e riforme».



FONTI FRANCIA: “CON IL PATTO DI STABILITÀ PASSA LA LINEA DELL’ITALIA”

Secondo le fonti emerse da Palazzo Bercy, la sede del Ministero dell’Economia di Francia, l’accordo di massima raggiunto da Parigi e Berlino sul Patto di Stabilità sarebbe una piena vittoria della linea italiana sulle varie regole fiscali comunitarie. «L’Italia ha davvero vinto nel testo di compromesso sul Patto di stabilità oggi sul tavolo dell’Ecofin, è una stesura su cui abbiamo lavorato con Giorgetti», spiegano ancora da Parigi all’ANSA prima dell’avvio della riunione in video dei ministri delle Finanze Ue.

Prima dell’Ecofin insomma la Francia ribadisce l’allineamento con il MEF sull’estensione da 4 a 7 anni dei piani di aggiustamento del debito, tenendo conto di investimenti e riforme del Pnrr, evidenziando anche che il ritmo di aggiustamento «è più progressivo». Francia e Germania non hanno trattato da sole la riforma del patto di stabilità: così confermano le fonti di Bercy, mentre al contrario, «sono state in contatto permanente con gli altri Stati membri, in particolare con la presidenza spagnola e con i nostri amici italiani». Da Palazzo Chigi permane il silenzio in attesa della conclusione delle trattative verso la riforma del Patto: per la leader del Pd, Elly Schlein, «Il governo rischia di far tornare paese alla rigida austerità dei parametri quantitativi. Germania e Francia si sono accordate e l’Italia prende atto a testa bassa. Tragicamente è così che sta accadendo. Vedremo, ora la trattativa riparte. Ma in questi negoziati qui quando ti svegli troppo tardi…».

PATTO DI STABILITÀ, VERSO L’ACCORDO ALL’ECOFIN: L’ANNUNCIO DI FRANCIA E GERMANIA

Patto di Stabilità rinviato al 2025. Anzi no, a giugno 2024. Contrordine compagni, accordo raggiunto con «Francia, Germania e Italia allineate». Ma l’Italia non conferma. Non siamo impazziti, ve lo giuriamo, abbiamo solo inserito in una “crasi” iniziale gli ultimi annunci nel giro di una sola settimana sul tormentato nuovo Patto di Stabilità e Crescita che l’Europa vuole ripristinare dal prossimo anno – con tanto di regole su austerità, debito e deficit-Pil – prima che cambi la maggioranza nelle prossime Elezioni Europee 2024. Il problema è che i continui annunci sono stati piuttosto contraddittori l’uno con l’altro, specialmente l’ultimo “mistero” sorto ieri da Berlino e Parigi in vista della riunione forse decisiva dell’Ecofin (Consiglio Economia e Finanza, la riunione dei Ministri economici dell’Ue) di questo pomeriggio.

In sostanza il Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ieri se n’è uscito con queste parole molto nette: «Abbiamo avuto un colloquio con il nostro collega italiano Giorgetti e sono fiducioso che, nella riunione straordinaria dell’Ecofin di mercoledì, si possa raggiungere un accordo politico». Gli ha fatto eco il collega francese Bruno Le Maire che ha assicurato, «Con l’Italia siamo allineati sul Patto». Lindner da ultimo ha poi aggiunto davanti alla stampa di come serva ancora di più mantenere la cultura della stabilità in Europa, per questo «la Germania non accetterà regole che non siano rigide, cioè credibili, sufficienti ed efficienti». Dopo le avvisaglie per un possibile slittamento del nuovo Patto ai prossimi mesi, vista la mancanza di accordo – anche dall’Italia – sulla bozza della Commissione Europea, ecco lo schizofrenico dietrofront solo qualche giorno dopo. «Non è un segreto che le posizioni dei 27 Stati membri, comprese quelle di Germania e Francia, all’inizio fossero molto distanti sulla riforma del Patto di stabilità e crescita», spiegano in conferenza stampa i Ministri dell’Economia di Francia e Germania, eppure «abbiamo allineato le nostre posizioni. Il nostro obiettivo oggi è raggiungere un accordo al 100% tra le proposte tedesca e francese per convincere gli altri»

“ALLINEATI CON L’ITALIA”: SILENZIO GIORGETTI, GOVERNO FILTRA IRRITAZIONE. SI TRATTA ANCORA SUL PATTO DI STABILITÀ

La questione è tutt’altro che risolta però, fanno sapere da Palazzo Chigi ai vari retroscenisti della stampa e alle agenzie: filtra una decisa irritazione dal Governo Meloni per l’annuncio avvenuto in anticipo sull’Ecofin e soprattutto con il coinvolgimento delle solite due “super potenze” europee senza aver ancora chiuso la trattativa con l’Italia e il resto del Consiglio Europeo. Conti pubblici, il dovere di accelerare la riduzione del debito e ridurre i deficit: la bozza di Francia e Germania sembra convincere la maggioranza del Consiglio, tanto che fonti vicine all’Ecofin fanno sapere alle agenzie internazionali che un possibile accordo è probabile venga chiuso già questa sera.

«Siamo in stretto contatto con l’Italia, comprendiamo che una videoconferenza non è la cosa più facile per un accordo ma dovevamo trovare un bilanciamento tra i contenuti del dibattito e il fatto che alcuni ministri non potevano partecipare in presenza. Sappiamo che avere un’intesa sarebbe un successo per tutti», fanno sapere fonti Ue all’ANSA, «E’ importante che il testo tenga conto delle preoccupazioni dell’Italia». Dai tassi di interesse ai livelli di spesa fino alle cifre del deficit e al tema chiave della crescita: le preoccupazioni di Meloni e Giorgetti sulla riforma del Patto di Stabilità sono state rese note ormai da tempo alle varie riunioni dell’Ecofin ma il silenzio totale mantenuto dal Ministro dell’Economia dopo l’annuncio ieri di Berlino e Parigi la dice lunga sull’irritazione per un dossier tutt’altro che chiuso secondo l’Italia. «La trattativa continua, serve un via libera formale dell’Italia», spiegano da Palazzo Chigi le fonti rilasciate a “La Repubblica”, visto che si starebbe trattando ancora sui parametri di riduzione del debito (e non solo). Giorgetti sarebbe stato sentito in videoconferenza ieri prima dell’annuncio alla stampa franco-tedesco e non vi sarebbe stato un pieno accordo, nonostante quanto detto da Lindner e Le Maire.

Appena 5 giorni fa ad Atreju il titolare del MEF aveva lasciato trasparire una certa irritazione per le videoconferenze dell’Ecofin sul Patto di Stabilità: «Non ho niente contro le videoconferenze ma anche no a chiudere in video un accordo che condiziona l’Italia per i prossimi anni. Quindi un Ecofin in presenza è più opportuno». Il negoziato aggiunse Giorgetti, «secondo me andrà avanti finché ci saranno condizioni anche politicamente diverse. L’Ue è incapace di prendere decisioni in tempi tempestivi e strategici, è impossibile decidere, adesso funziona come un’assemblea di condominio». Secondo il Ministro italiano mancava e forse ancora manca la dimensione politica dell’Europa, «perché la politica è il concetto associato a decisione». Resta da capire ora quale sarà la prossima mossa della Premier Giorgia Meloni sulla riforma del Patto, affetta però da due giorni ad una fastidiosa forma di influenza che le ha fatto annullare anche la conferenza stampa di fine anno prevista per domani, dove le tematiche Ue e la riforma del Patto di Stabilità sarebbero probabilmente state al centro del suo discorso.