Il nuovo Patto di Stabilità dovrebbe essere attuato entro il prossimo autunno e prevede da parte degli Stati membri dell’Ue un approccio fiscale “moderatamente restrittivo”. A rivelarlo, come riportato da La Verità, è un comunicato emesso al termine dei lavori per definire in modo sempre più raffinato e puntuale l’impatto della riforma. Il voto definitivo degli europarlamentari è atteso per aprile in seduta plenaria. Sarà probabilmente l’ultima prima della fine della legislatura.



La Commissione nel documento tecnico che verrà preso in esame descrive la traiettoria di riferimento, cioè gli obiettivi annui di crescita della spesa netta e del saldo primario strutturale di bilancio (quindi al lordo degli interessi e delle componenti legate al ciclo economico o una tantum). I due parametri rappresenteranno un vincolo per gli Stati membri, che avranno possibilità di scostamento soltanto modeste. Il tutto con l’obiettivo di portare su una stabile traiettoria discendente il rapporto debito/Pil e di ridurre il deficit/Pil al di sotto del 3%.



Patto di stabilità, approccio fiscale dei Paesi Ue sarà “moderatamente restrittivo”: il commento di Gentiloni

A commentare la questione relativa al Patto di Stabilità nelle scorse ore è stato Paolo Gentiloni, che alla riunione dell’Eurogruppo ha confermato che tali piani non possono essere posticipati e che la scadenza di autunno è perentoria. “Introdurremo questo nuovo quadro di regole in un arco di tempo molto ristretto. Si tratta ovviamente di una sfida, ma alla fine la nostra opinione e inoltre l’opinione della maggior parte degli Stati membri era chiaramente di non essere favorevoli a posticiparne l’adozione. Lavoreremo intensamente durante l’estate sui piani a medio termine con gli Stati membri”, ha affermato il commissario europeo all’Economia.



Il lavoro per l’Italia in particolare sarà duro. Una nuova simulazione della Commissione rivela che al Paese vengono richiesti meno tagli rispetto ad altri, ma che comunque le cifre non sono facilmente sostenibili. Gli obiettivi posti sono ben superiori a quelli dei cosiddetti parametri di salvaguardia previsti dalla riforma del Patto di Stabilità.