In Germania si sta assistendo a un cambiamento importante, anche se non è chiaro quali saranno le sue ripercussioni sull’Europa. Barbel Bas ha appena preso il posto di Wolfgang Schauble, considerato uno degli emblemi dell’austerità tedesca ed europea, alla guida del Bundestag. Il tutto una settimana dopo l’annuncio delle dimissioni di Jens Weidmann, simbolo dei “falchi” contrari alle politiche espansive della Bce, dalla Presidenza della Bundesbank.



In concomitanza con l’effettiva uscita di scena di Angela Merkel e della Cdu/Csu dal governo del Paese dopo 16 anni è arrivata anche la critica della “regola del debito” europea da parte del tedesco Klaus Regling, ex braccio destro di Theo Waigel, tra i fautori del Patto di stabilità e crescita, ora alla guida del Meccanismo europeo di stabilità. Lo stesso famigerato Mes da cui ora è arrivata la proposta di alzare il parametro debito/Pil dal 60% al 100%.



Una proposta che Luigi Campiglio, Professore di Politica economica all’Università Cattolica di Milano, giudica «positiva, in quanto le regole del Patto di stabilità sono state considerate finora, nonostante le dichiarazioni su una possibile loro modifica, come le Tavole della Legge. Il documento del Mes è significativo perché rappresenta una messa in discussione di quelle regole dall’interno del circuito delle istituzioni europee».

Si tratta comunque solo di una proposta…

Certo, però è una presa di posizione importante, il segnale di un atteggiamento nuovo delle istituzioni europee. Tra l’altro non credo sia il frutto di qualche isolato ragionamento interno del Mes, che è legato a doppio filo con la Bce, non stiamo parlando di organismi completamente separati. Dietro questa proposta potrebbe quindi esserci l’Eurotower, anche solo per vedere l’effetto che fa.



Se il parametro debito/Pil venisse portato al 100% cosa cambierebbe per l’Italia?

Intanto va detto che con questa proposta si riproporrebbe lo schema di oltre 20 anni fa. Quando si diede vita al Patto di stabilità e crescita, infatti, la media del rapporto debito/Pil dei Paesi europei era pari al 60%, mentre oggi è vicina al 100%. Se l’attuale parametro è chiaramente oggi irraggiungibile per l’Italia, visto che il suo rapporto debito/Pil non è lontano dal 160%, quello ipotizzato dal Mes sarebbe certamente raggiungibile, ma soltanto tramite sacrifici importanti, che sarebbe opportuno non fossero frutto di un taglio delle spese, ma di un aumento delle entrate via contrasto all’evasione fiscale, visto il livello di tassazione già piuttosto elevato.

Nella proposta del Mes si prevede di lasciare invariato il parametro del 3% relativo al rapporto deficit/Pil. Cosa ne pensa?

Dal punto di vista del Mes potrebbe essere anche una scelta razionale, perché mantenere contenuto il disavanzo di un Paese eviterebbe un rapido incremento del suo debito. Credo, però, che nel momento in cui si dovessero riscrivere le regole del Patto di stabilità e crescita, specialmente dopo una fase di crisi che sta riguardando tutti i Paesi, Germania inclusa, occorrerebbe una flessibilità più “regolamentata”. L’Ue si dovrebbe fondare sulla convergenza e dal punto di vista dei conti pubblici ci sono stati Paesi, specie quelli satellite di Berlino, come Polonia e Repubblica Ceca, che hanno avuto una brillantissima convergenza. L’Italia, invece, è tutto meno che convergente.

C’è da dire che alzare il parametro del debito/Pil al 100% riporterebbe la Germania (che ormai ha sforato la soglia del 60%) tra i Paesi virtuosi e anche la Francia (che potrebbe arrivare al 120% quest’anno) ne trarrebbe giovamento.

Sì, è così. La Francia ormai fa parte del club di quei Paesi che hanno superato la soglia del 100%, quindi se la proposta del Mes si concretizzasse l’immagine del Paese ne tratterebbe giovamento. Questa è forse la dimostrazione che Francia e Germania in questo momento hanno un legame più forte di quanto si immagini.

(Lorenzo Torrisi)

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