Nella giornata di ieri il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva (manca solamente più il voto formale della Commissione) il nuovo patto per la gestione dei migranti, che risponde a diverse richieste avanzate dall’Italia negli ultimi mesi e rappresenta, almeno sulla carta, un primo cambio di rotta rispetto all’accoglienza raffazzonata a cui assistiamo oggi. Un regolamento che ha ottenuto una larga maggioranza ma anche diversi voti contrari, tra cui quelli degli europarlamentari della Lega, di cui si fa portavoce, sulle pagine del corriere, il capo delegazione Marco Campomenosi.
Dieci le regolamentazioni contenute nel patto, sulle quali “a tre abbiamo detto sì perché abbiamo apprezzato alcuni miglioramenti” sulla questione migranti, che tuttavia in linea generale ritiene che “non sono state accolte le nostre proposte di buonsenso”. Complessivamente, infatti, secondo Campomenosi, il patto non sembra essere “un reale superamento del regolamento di Dublino“, nonostante le battaglia del governo Meloni, criticando il particolare il fatto che “un governo se la possa cavare versando 20 mila euro” per ognuno dei migranti che non vengono accolti, ma anche il fatto che “il criterio del primo ingresso non è stato affatto modificato”.
Campomenosi: “Il patto migranti è insufficiente, anche se positivo”
Secondo Marco Campomenosi, che non si fa problemi a definire l’opposizione al patto migranti una scelta “politica”, all’interno del Parlamento “c’è chi ha voluto andare al voto proprio adesso perché siamo in piena campagna elettorale“. In quanto Lega, rivendica, “non abbiamo voluto mettere la nostra firma sotto provvedimenti che non miglioreranno la gestione dell’immigrazione”, e pur riconoscendo che “la proposta iniziale della Commissione è stata modificata”, Campomenosi sottolinea che a guardare bene il patto migranti “serve al Partito popolare per dire e far credere che il problema è stato risolto”.
Un passo, insomma, “piccolo” e decisamente “insufficiente” per gestire un aspetto complicato come la crisi delle migrazioni, e ricordando che anche il Pd ha votato contro, pur riconoscendo delle “ragioni elettorali” dietro alla loro scelta, secondo Campomenosi è una chiara dimostrazione di “sia difficile affrontare un tema così complesso“.