Il Parlamento europeo ha approvato il Patto per la migrazione e l’asilo, un’importante riforma su cui i negoziati andavano avanti dal 2015 e che entrerà in vigore tra due anni. L’obiettivo è accelerare il processo di asilo e favorire il rimpatrio dei migranti irregolari nei Paesi d’origine. Prevede anche che gli Stati membri dell’Ue debbano condividere la responsabilità per i richiedenti asilo. A sostenere il Patto sui migranti, costituito da nove testi, i due principali gruppi politici dell’Europarlamento, il gruppo di centrodestra del Partito popolare europeo (Ppe) e l’Alleanza progressista di socialisti e democratici (S&D) di centrosinistra. In Italia la Lega ha votato contro come il Pd, invece Fratelli d’Italia a favore. «Abbiamo fatto la storia», ha scritto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola su X.



Invece, il pacchetto è stato criticato dalle Ong, secondo cui si tratta di un passo indietro, perché la riforma contiene norme oppressive, invece per i parlamentari di destra non è abbastanza ambiziosa. Per l’Ue il Patto combina la «solidarietà obbligatoria» tra gli Stati membri con la flessibilità. Anche se alcuni Stati dell’Ue si oppongono ad alcune parti dell’accordo, si prevede che esso riceverà la piena approvazione alla fine di aprile con voto a maggioranza. L’Ungheria ha già annunciato di non voler accogliere alcun migrante irregolare «a prescindere da qualsiasi patto sulla migrazione». Il primo ministro polacco Donald Tusk ha giudicato «inaccettabile» il meccanismo di accogliere alcuni richiedenti asilo o di versare un fondo dell’Ue per gli Stati in prima linea. Anche se molti eurodeputati hanno accolto con favore il risultato, molti hanno anche osservato che l’accordo non è «perfetto». Ad esempio, l’eurodeputato sloveno Matjaz Nemec ha dichiarato: «È un compromesso con cui possiamo lavorare».



Stando alle regole proposte, i Paesi dell’UE dovranno accogliere migliaia di migranti da Paesi “in prima linea”, come Italia e Grecia, in alternativa fornire finanziamenti o risorse supplementari. L’accordo prevede che le richieste di asilo vengano trattate entro un massimo di 12 settimane. In caso di rifiuto, i richiedenti asilo dovranno essere rimpatriati con la forza nel loro Paese d’origine entro lo stesso periodo. Inoltre, i migranti saranno sottoposti a una procedura di screening pre-ingresso più severa entro 7 giorni, che comprenderà l’identificazione e i controlli sanitari e di sicurezza. La riforma include la raccolta dei dati biometrici di tutti i migranti di età pari o superiore ai 6 anni e un meccanismo per rispondere agli aumenti improvvisi degli arrivi. (agg. di Silvana Palazzo)



PATTO MIGRAZIONE E ASILO: OGGI VOTO DEL PARLAMENTO UE

Bruxelles è pronta a ufficializzare il nuovo Patto migrazione e Asilo, in un periodo, come ricorda il quotidiano L’Avvenire, in cui stanno aumentando a dismisura gli sbarchi lungo le rotte classiche del Mediterraneo, non soltanto verso Italia e Grecia ma anche la Spagna. Il giornale sottolinea le numerose critiche e la conseguente preoccupazione degli addetti ai lavori, visto che il patto dei 27 Stati Membri riguarda la sorte di circa 500mila persone che ogni anno si lasciano alle spalle terre di guerra, violenza e miseria, per cercare nuova vita e fortuna.

A puntare il dito nei confronti dello stesso patto è in particolare Amnesty International secondo cui vi sarebbe il rischio di violazione dei diritti umani. «È più che mai evidente che questo Patto farà regredire di decenni la legislazione europea in materia di asilo, esponendo molte più persone, in ogni fase del loro viaggio, a grandi sofferenze», spiega Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International. Secondo la stessa, il Patto migrazione e Asilo espone in particolare donne e bambini, i più fragili, «al rischio di una detenzione de facto alle frontiere dell’Unione europea».

PATTO MIGRAZIONE E ASILO: LE PAROLE DI SAVE THE CHILDREN

Alza la voce anche Save the Children, da sempre al fianco dei minori: «Il voto finale del Patto su Migrazione e Asilo – spiega, sempre come si legge su L’Avvenire – è l’ultima chance per l’Ue di proteggere i bambini che cercano un futuro migliore in Europa. La decisione avrà un impatto duraturo, è fondamentale che vengano fatte le scelte giuste».

Sotto i riflettori anche la questione della denatalità dell’Italia, nonché della mancanza di manodopera, e a riguardo Daniela Pompei, della Comunità di Sant’Egidio, precisa: «Nell’inverno demografico che caratterizza numerosi Paesi europei, l’immigrazione rappresenta una risorsa da valorizzare. L’Europa deve puntare sulle vie legali, favorendo la migrazione regolare. Auspichiamo perciò che i corridoi umanitari, realizzati con successo dalla società civile per chi fugge dalle guerre, vengano presi a modello anche per le migrazioni economiche», chiedendo inoltre delle operazioni di salvataggio in mare alla luce delle continue vittime nel mar Mediterraneo.

PATTO MIGRAZIONE E ASILO: IL COMMENTO DI MEDITERRANEA SAVING HUMAN

Secondo la Organizzazione non governativa Mediterranea Saving Human, la politica di Bruxelles «deve mettere al centro le persone ed essere guidata dai valori europei di dignità umana, solidarietà e libertà».

Laura Marmorale, presidente della stessa Ong che è attiva ogni giorno nel salvataggio dei poveretti che attraverso il Mediterraneo, aggiunge: «Siamo molto preoccupati che alcune disposizioni del Patto Ue sulla migrazione e l’asilo – in particolare quelle previste dal regolamento sullo screening e dal regolamento procedure – perpetuino gli approcci fallimentari del passato e ne aggravino le conseguenze. Il Patto rischia di tradursi in un quadro giuridico disfunzionale, costoso e crudele, che lascia irrisolte le questioni critiche e causa una maggiore sofferenza per le persone in cerca di protezione».