Continuano i commenti politici e non, in merito all’approvazione del Patto per la Salute, una serie di misure in favore della sanità pubblica del valore di due miliardi di euro. Soddisfatto il numero uno della Fnomceo, la Federazione degli ordini dei Medici, Filippo Anelli, che ha commentato: “Quello siglato oggi (ieri ndr) in Conferenza Stato Regioni è veramente un Patto per la Salute dei nostri cittadini, del nostro Paese e del nostro Servizio sanitario nazionale. Si apre finalmente una nuova stagione, nella quale la politica vede la salute e la sanità come settori sui quali investire, e non come costi sui quali risparmiare”. Soddisfazione espressa anche da parte del numero uno della regione Molise, Donato Toma, che ha commentato il “Patto” dicendo: “E’ stata inserita su richiesta della Regione Molise ma condivisa da tutte le altre, la revisione delle procedure entro i prossimi 180 giorni anche alla luce delle disposizioni della Consulta”. Infine il pensiero del segretario generale del Pd, Nicola Zingaretti, governatore regione Lazio: “Per la sanità nuove assunzioni, investimenti, servizi migliori. Apriamo una nuova stagione di giustizia sociale”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SIGLATO IL PATTO PER LA SALUTE: 2 MILIARDI DI EURO ALLA SANITA’ PUBBLICA
Con l’ultima riunione della Conferenza Stato-Regioni arriva il già annunciato Patto per la Salute, ovvero lo stanziamento di circa due miliardi di euro per la sanità già a partire dall’inizio del 2020 oltre ad una serie di decisioni in merito del Governo per far fronte alla carenza di medici e infermieri negli ospedali italiani. «Approvato il Patto per la salute. Governo e Regioni insieme a difesa del diritto alla salute. Ora è più forte il nostro Servizio sanitario nazionale», spiega il Ministro della Salute Roberto Speranza in un tweet a margine della Conferenza Stato-Regioni. Secondo l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, «sono importanti novità quelle approvate riguardo alla certezza delle risorse nel prossimo triennio». Dopo un anno di lavoro le Regioni hanno dato il via libera al testo con alcune piccole modifiche che verranno portate a breve in Stato-Regioni: «le modifiche – ha spiegato ancora l’assessore del Lazio all’Ansa – riguardano soprattutto alcuni temi del personale, in riferimento all’uso degli specializzandi al terzo anno, alla possibilità su base volontaria di mantenere in servizio il personale con 40 anni di attività». I Ministeri hanno dato l’ok sostanziale sia alla proposta di portare specializzandi in corsia già dal terzo anno di studi e sia alla possibilità di estendere la presenza di medici volontari fino a 70 anni di età (e 40 di attività).
PATTO PER LA SALUTE: COSA HA DECISO LA CONFERENZA STATO-REGIONI
Concordia tra le Regioni e accoglimento anche dell’ultima richiesta fatta dalla Calabria sulla modalità di uscita dai piani di rientro con valutazione anche dagli affrancamenti per le Regioni più in difficoltà sul fronte sanitario: «Sulla farmaceutica? Non abbiamo parlato di tetti, è quello che è previsto dal testo», spiega ancora l’assessore D’Amato. In termini di contenuti, il Patto per la Salute raggiunto tra Governo e Regioni prevede il netto incremento delle risorse destinate alla sanità: 114.474.000.000 euro per l’anno 2019, 116.474.000.000 euro per l’anno 2020 e in 117.974.000.000 euro per l’anno 2021; non solo, sembra per ora rinviata la problematica dei “tagli in corsia” per il triennio 2019-2021. A queste cifre vanno aggiunte quelle già previste in Manovra di Bilancio: l’aumento di 4 miliardi già previsti per il 2019, di 2 miliardi per gli investimenti per l’edilizia sanitaria e l’aumento di 1,5 miliardi di quelli per l’ammodernamento tecnologico. «Siamo di fronte ad un punto di partenza che segna un’inversione di tendenza e che va letto in modo inequivocabile come un rilancio della sanità pubblica e del diritto alla salute definito in modo puntuale dalla Costituzione. Un risultato che dobbiamo anche all’impegno del Governo ed in particolare del Ministro della Salute Roberto Speranza, del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e del Ministro dell’Università, Lorenzo Fioramonti», spiega il Governatore uscente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.