La proposta è di un nuovo Patto sociale per il contrasto alla povertà con otto modifiche concrete per migliorare l’Assegno di inclusione, lo strumento del governo Meloni dopo la cancellazione al Reddito di cittadinanza. L’Alleanza contro la povertà è l’idea di 35 associazioni sociali, nata a partire da Caritas e Acli e ha lo scopo di migliorare il nuovo Assegno di inclusione, varato con il decreto del Primo maggio scorso. Questo abbandona il principio di “universalità selettiva” che aveva caratterizzato il Rei e poi il reddito di cittadinanza. Dopo decenni, dunque, si divide in interventi anti-povertà di carattere “categoriale” con una divisione tra i bisognosi in “occupabili” e “non occupabili”.



La conseguenza pratica è l’esclusione della quasi totalità dei singoli e la riduzione in maniera significativa della platea generale dei beneficiari. Il nuovo Assegno di inclusione, varato con il decreto del Primo maggio scorso, abbandona il principio di “universalità selettiva” che aveva caratterizzato il Rei e poi il reddito di cittadinanza. Dopo decenni, dunque, si dirige a interventi anti-povertà di carattere “categoriale” con una divisione tra i bisognosi in “occupabili” e “non occupabili”. La conseguenza pratica è l’esclusione della quasi totalità dei singoli e la riduzione in maniera significativa della platea generale dei beneficiari rispetto al Reddito di Cittadinanza. 



Povertà in aumento: le proposte dell’Alleanza

La povertà continua a crescere in Italia: colpisce il 9.7% della popolazione con 5.6 milioni di persone. Si diffonde in diverse fasce sociali: dunque, come sottolinea Avvenire, per tamponare queste falle c’è bisogno di allargare il più possibile la protezione sociale. Le otto proposte di Alleanza sono le seguenti: 1) la reintroduzione della soglia reddituale di accesso differenziata per coloro che hanno una casa in affitto a 9.360 euro; 2) l’allentamento del vincolo di residenza in Italia per gli stranieri da 5 a 2 anni  3) rivedere la scala di equivalenza, reintroducendo un “peso” dello 0,25 per i maggiorenni senza carichi di famiglia 4) l’indicizzazione della soglia reddituale e del sostegno all’affitto 5) ridefinire l’offerta congrua di lavoro perché sia vincolata all’effettivo grado di occupabilità del soggetto.



E poi ancora leggiamo: 6) migliorare ulteriormente la cumulabilità tra Adi e redditi da lavoro 7) dotare i Comuni di maggiori risorse umane e finanziarie per i servizi di “presa in carico” e, infine, 8) garantire la volontarietà della partecipazione ai Puc, i progetti utili alla collettività. Nell’analisi dell’Alleanza manca la valorizzazione degli effetti dell’Assegno Unico per le famiglie con figli, spiega Avvenire. Il portavoce dell’Alleanza contro la povertà, Antonio Russo, ha affermato che lo scopo è quello di “cercare di costruire un nuovo Patto sociale sulla povertà, al di là delle ideologie, che sia capace di travalicare le legislature, evitando interventi e riforme che si succedono ogni due anni”.