Patty Pravo è la seconda ospite della seconda puntata di Belve, in onda su Rai 2 con la conduzione di Francesca Fagnani, famosa anche per il suo stile graffiante di condurre le interviste, torchiando e cercando di mettere in difficoltà di ospiti. Racconta, subito, che il suo nome d’arte è dovuto, in parte, “agli studi danteschi, in cui si parlava di anime prave” e, in parte, al fatto che “Patty era un nome che avevano tutti”, nome che all’inizio fece pensare che fosse un maschio. Non si sente, invece, una persona cattiva o crudele, soprattutto perché, racconta Patty Pravo, “non ne sono capace”.
Patty Pravo: “Nella mia carriera ho provato tutte le droghe”
Parlando della sua carriera, Patty Pravo a Belve racconta che “ho avuto moltissimo, ho anche inaugurato un satellite, cantando e presentando in cinese”. In merito alla trasgressione che l’ha, in parte, caratterizzata, sostiene che “ho sempre fatto ciò che volevo fare e c’era anche la trasgressione, ma non l’ho mai fatto apposta”. E tra le trasgressioni, sicuramente spicca l’uso di droga, “tranne la cocaina per la quale ho un disprezzo totale, non mi piacciono le persone dopo che la usano”.
Rimanendo a tema droghe, Patty Pravo racconta che “le ho usate dal ’60 fino all’80 quando poi sono andata in America. Le ho provate tutte, anche l’anfetamina, la usano tutti quelli che fanno questo mestiere, non lo dicono per convenienza. Ti sveglia, lavori talmente tanto che ti dà un po’ di vitalità”. Racconta di essersi divertita, “ne ho usata talmente tanta che ero sempre normale”. Ma a causa delle droghe finì anche in carcere, “cercavano di arrivare a Maradona, ma fu un’esperienza interessante. Arrivarono questi due ragazzi, li ho fatti entrare e hanno controllato, non c’era niente ma mi hanno portato comunque in carcere“, realtà, quest’ultima, che ricorda essere stata “deliziosa, avevo una carcerata che la mattina mi faceva il caffè e mi lasciò anche le sue ciabatte. Ci sono rimasta tre giorni“, racconta Patty Pravo, ricordando anche le amicizie che ha fatto lì dentro. Non crede, però, che la sua sregolatezza abbia condizionato negativamente la sua carriera.