Patty Pravo, icona di trasgressione per eccellenza, in una lunga intervista a Candida Morvillo per Corriere della Sera ha parlato a lungo di droghe e amori. L’intervista inizia con il racconto dei suoi viaggi, in particolari di quelli in solitaria: “Ho anche fatto la traversata atlantica in solitaria. Dalla Spagna, ho beccato gli Alisei e in due settimane ero arrivata. Ne ho parlato con Giovanni Soldini e non si capacitava di come fossi viva, perché lui va super organizzato, io ero partita terra terra”, ha riferito. In merito alla transoceanica ha rivelato: “Sono quasi crepata dalla noia: dovevo solo tenere su le vele”. la passione per i viaggi in solitaria iniziò negli anni 70 quando al Cairo divenne amica di un anziano cammelliere: “Mi ha passato una canna, mi ha insegnato i cammelli, mi ha portato nelle oasi. Da lì, ho iniziato ad andarmene per deserti da sola”, ha raccontato. Negli anni 80 si unì ai tuereg, mentre negli anni 90 fece da sola la Via della Seta impiegandoci 9 mesi attraversando due paesi in guerra. Viaggiare, per Patty Pravo, ha un certo senso di libertà: “È qualcosa che mi si allarga in petto, un piacere diverso che stare sul palco, ma similare: il pubblico, quando canta con te, è come un’anima sola, una botta di solitudine bella che ti arriva”.
PATTY PRAVO E LA RAGAZZA DEL PIPER
C’è una frase, tra tutti i suoi brani, nella quale Patty Pravo ha ammesso di riconoscersi: “Forse nella frase “la cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me””, dice. I suoi nonni, racconta, le diedero una libertà “che ti obbliga a responsabilizzarti”. Fu cresciuta da loro: “mamma aveva avuto un parto difficile e s’era ritirata in campagna. Nonna ha capito la mia essenza: mi ha fatto dare lezioni di piano a tre anni, poi di danza. A 14 anni, una mattina, invece di andare a scuola, sono andata a fare l’amore. Torno a casa felice. Dico: nonna, nonno, ho fatto l’amore e mi è piaciuto molto, posso tornarci nel pomeriggio? Mi ci hanno mandata”. Il suo brano “La Bambola”, nel 68 fu visto come un inno femminista, eppure la cantante lo percepiva in maniera diversa: “la parola “bambola” mi dava fastidio. Invece, le donne amarono quel “no ragazzo no, tu non mi metterai tra le dieci bambole che non ti piacciono più””. Ma cosa la portò a diventare “La ragazza del Piper”? E’ lei a raccontarlo al Corriere: “A 15 anni, finito il conservatorio, andai a Londra a imparare l’inglese. Arrivo, mi dicono che a Roma c’è un locale fighissimo. Con gli amici, parto in macchina la sera stessa. Il proprietario Alberigo Crocetta mi vede, mi chiede se so cantare come so ballare. E io, che a cantare non avevo mai pensato, dico subito sì. Sono salita sul palco, mi è piaciuto. Mi hanno detto che dovevo avere un gruppo, farmi un repertorio. Poi, Gianni Boncompagni scrisse per me il testo di Ragazzo triste e stavo già in giro a far serate”.
GLI AMORI E LA DROGA
Inevitabilmente si arriva anche a parlare di amori. Il suo primo marito fu Gordon Fagetter, nonché suo primo batterista: “Eravamo fanciulli. La mia felicità, quando ci sposammo da lui a Brighton, fu lavare l’auto con la pompa, in giardino. Ci sarebbe piaciuto un figlio, ma non puoi crescere i figli in tour e ci siamo promessi che non ne avremmo avuti”. In merito alla conta dei suoi mariti, spiega, il secondo fu Franco Baldieri, il solo a non essere un musicista (era un antiquario, ndr). “È durata poco. Non perché era gay, cosa che già sapevo, ma perché ho incontrato Riccardo Fogli”, racconta. Fogli, all’epoca, era sposato con Viola Valentino: “Il loro manager gli disse di scegliere: o loro o me. Riccardo scelse me. Finì perché io dovevo lavorare e non è bello portarsi dietro uno che non lavora. Ci siamo sposati in Scozia, con rito celtico, per cui, non è con lui che divento bigama”. Con chi, dunque? “Lavoravo con Vangelis all’album Tanto, entro nel suo studio e vedo un bellissimo ragazzo che suona il basso, Paul Martinez. Poi un altro, bellissimo, che suona la chitarra, Paul Jeffrey. Amarci in tre fu naturale. Abbiamo anche abitato insieme a Roma”, ha replicato. I due li sposò a distanza di due anni ma, secondo la Pravo, fu un errore. E poi ancora le nozze con Jack Johnson a San Francisco. “Dopo Pensiero stupendo, me n’ero andata a vivere lì per bisogno di normalità. Comunque, venne fuori che il matrimonio con Baldieri non era stato annullato bene. Dunque, ero bigama. Mi salvai perché scoprimmo che ero ancora sposata anche con Martinez e la trigamia non è contemplata dalla legge. In totale, fanno sei mariti, quattro veri”, dice. Infine non poteva non parlare della droga: fu arrestata per 3 giorni nel 92 e rilasciata perchè cercavano cocaina, “ma io, se c’è una cosa che non ho mai preso è la coca. Il resto sì”, dice, spiegando di aver iniziato a casa del pittore Schifano. Oggi non fa più uso di droghe, “Neanche la canna che Ornella Vanoni prende per dormire. Mi chiama sempre dopo mezzanotte”, rivela.