Stefano Patuanelli, il Ministro dell’Agricoltura ed ex MISE, è certamente uno dei membri più autorevoli e disponibili al dialogo all’interno del Movimento 5 Stelle: eppure, dopo le ultime “schermaglie” nella maggioranza su giustizia e temi economici, la voce più “distante” da Draghi e vicina a Giuseppe Conte questa volta è la sua e non quella di Luigi Di Maio (disposto invece a “mediare” di più sui capisaldi del Movimento). In un’intervista al Corriere della Sera, l’attuale titolare dellì’Agricoltura spiega «prescrizione? Sulla giustizia non accetteremo mediazioni al ribasso».



Il tema della giustizia è dirimente e il M5s non vuole lasciare il “pallino” in mano alla Lega (impegnati sul fronte referendum), «Il ruolo della ministra Cartabia sarà determinante, ma si vedrà in Parlamento quali maggioranze si formano e su quale riforma». Insomma, Patuanelli punta a difendere le istanze dell’ex Ministro grillino Bonafede e rivendica il fatto che il Governo Draghi, senza il M5s, «non sarebbe nato, è un dato di fatto. Il che non significa retrocedere dai nostri temi, sia al governo che in Parlamento».



IL M5S CONTRO IL “NEO-LIBERISMO”

Ricaccia indietro le accuse di “mollare il Governo” in autunno dopo le Amministrative e esclude uno scontro “frontale” tra Draghi e Conte: «Questa narrazione mi affascina poco, non mi risulta che ci sia un rapporto difficile. Anzi. Lo provano il modo in cui il presidente Conte uscendo da Palazzo Chigi ha favorito la nascita del governo e il modo in cui Draghi tiene in considerazione Conte, riconoscendo che lo scheletro del Pnrr è lo stesso del governo precedente». È però inevitabile, sottolinea ancora il Ministro Patuanelli, che tutti i partiti “perdano” qualcosa in termini di identità e consenso con l’anomala maggioranza in vigore oggi a Palazzo Chigi: più esplicitamente, il Ministro delle Politiche Agricole al CorSera specifica «il Movimento patisce come patiscono le altre forze politiche, perché è un governo atipico con tutti dentro». Il dialogo e l’equilibrio tra le parti al Governo prosegue, ma per Patuanelli resta inaccettabile l’introduzione di più “liberismo” all’interno dell’esecutivo (leggasi la polemica alzata dal n.2 del Pd Provenzano contro l’ingresso in squadra per il controllo del PNRR di due economisti come Carlo Stagnaro e Riccardo Puglisi): «sono d’accordo con Provenzano. Se riemergessero temi neoliberisti per noi sarebbe un problema, perché riteniamo sbagliate quelle politiche».

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