Nessun aumento delle tasse, anzi la ripresa potrebbe consentire una riduzione delle imposte: Stefano Patuanelli fa suo il pensiero di Mario Draghi. Intervenuto a Porta a porta, il ministro delle politiche agricole ha evidenziato: «Credo che le parole di Draghi vadano nella direzione giusta. Noi oggi vediamo dei dati economici molto buoni, la crescita va in qualche modo coccolata e confermata nei prossimi giorni. Era logico aspettarsi un rimbalzo economico, è chiaro che per noi questo momento è importante accompagnarlo con delle riforme strutturali che consentano di trasformare il rimbalzo in una crescita vera e propria».



L’obiettivo è quello di consolidare il rimbalzo economico, dunque, ma non solo, ha spiegato Stefano Patuanelli: «Credo che ci siano le condizioni per non pensare a introdurre degli elementi che possano rallentare questo percorso, una maggiore imposizione fiscale sarebbe un elemento deleterio in questa fase. Credo che ci siano le condizioni per fare degli interventi di diminuzione delle tasse».



STEFANO PATUANELLI: “RDC HA CRITICITÀ”

Negli ultimi giorni si è parlato a lungo di due misure in particolare, Quota 100 e reddito di cittadinanza, questa l’analisi di Stefano Patuanelli: «Quota 100 viene messa in discussione perché l’effetto avuto non è stato quello pensato: si pensava a 1 milione di persone che avrebbero usufruito di Quota 100, sono state meno di un terzo. Quella misura ha fallito il suo obiettivo, è evidente. Sul reddito di cittadinanza c’è una grandissima criticità politica perché l’ha fatto il M5s, Lega e Renzi hanno come obiettivo quello di indebolirci. È un attacco politico e non di merito».



Stefano Patuanelli ha anche ammesso che «ci sono delle criticità sul rdc»: «L’Inps ci dà dei dati chiari sugli effetti del rdc come misura di accompagnamento al reddito molto positivo e che non ha inciso sui contratti in modo negativo come qualcuno dice. Va potenziata la parte di politiche attive del lavoro. Apriamo una discussione sul come potenziarlo». L’esponente M5s ha proseguito: «Noi abbiamo avuto nella Legge di Bilancio del 2018 una misura che aveva una parte immediatamente attuativa, il denaro per le famiglie sotto soglia di povertà, e l’altra parte aveva dei tempi d’attuazione che non dipendevano direttamente dallo Stato centrale». Ragionare rispetto al ruolo dei privati all’interno del meccanismo della nuova formazione o la creazione di competenze può essere un ragionamento da fare. Parlare di abrogazione del rdc è profondamente sbagliato: il 60% di quella misura ha funzionato molto bene, lavoriamo per migliorare l’altra parte».