I Negrita partiranno con il loro summer tour il 27 giugno da Salina, dove saranno tra gli ospiti dell’Eolie Music Fest. Continueranno poi a girare l’Italia dal 12 di luglio fino a fine agosto, facendo tappa in città come Bologna, Milano, Roma, Arezzo e Forte dei Marmi, e presentando al pubblico brani cult del loro repertorio in veste acustica. In occasione della ripartenza del settore dello spettacolo, e quindi anche del loro La Teatrale Summer Tour 2021, il front-man del gruppo toscano è stato intervistato da Huffington Post Italia.
Paolo Bruni (meglio conosciuto come Pau) ha parlato del periodo di pandemia che ha vissuto e della lontananza dal palco: “Io ho provato a scrivere e a comporre, a singhiozzo, ma mi sono reso conto che non era aria. Evidentemente la pressione esterna era così forte da impedirmi la concentrazione: tutto quello che scrivevo era scuro, frustrante a livello autoriale. Ho lasciato da parte gli appunti con l’idea di riprenderli in altri momenti. Avevo bisogno di sentirmi ancorato a qualcosa e ho riscoperto la mia vecchia passione per il disegno e la pittura. Fuori dalla finestra c’erano il caos, il panico, la paura; una situazione che mi faceva sentire spaesato, umano in terra aliena. L’arte è stata la mia cura”.
Pau dei Negrita sulla ripartenza del settore dello spettacolo
Nonostante di normalità ancora non si possa parlare, i concerti dei primi artisti stanno pian piano riprendendo forma, con le dovute cautele e regole da rispettare per mantenere ancora al minimo i contagi. Paolo dei Negrita ha rivelato che l’unica cosa che gli fa paura è ripartire come se nulla fosse successo: “Dalla pandemia non siamo ancora totalmente usciti. Credo che finché non saremo tutti protetti dal vaccino la normalità stenterà ad arrivare. Diciamo che non mi va di festeggiare troppo, per ora, finché non torneremo tutti sani e senza preoccupazioni”.
Da artista e quindi lavoratore dello spettacolo, durante l’intervista con Huffington Post Italia, si è soffermato anche sulle problematiche che il suo settore ha visto affiorare con la situazione dello stop forzato: “Il settore spettacolo conta 600 mila lavoratori, in questi mesi di fermo tanti hanno dovuto abbandonarlo perché avevano bollette da pagare e spese da sostenere. C’è bisogno di rappresentanza e ricostruzione per non tornare ad essere una categoria ricca soltanto per i ricchi. L’ex presidente Conte mi ha molto deluso quando ha detto di aiutare ‘gli artisti, che ci fanno tanto divertire‘, l’ho percepito come svalutante: la musica, e gli spettacoli in generale, non sono soltanto manifestazioni ludiche, ma veicolo di cultura”.
Paolo Bruni: “Felicissimo per i Maneskin”
Per Huffington Post Italia, a Pau è stato inoltre chiesto un parere sui Maneskin e sul loro sbarco all’estero dopo la vittoria all’Eurovision Song Contest. E da musicista di lungo corso quale è il front-man dei Negrita si è detto felicissimo e che, mettendosi nei loro panni, deve essere impressionante vivere queste esperienze a vent’anni: “Io appartengo ad una generazione alla quale certe prospettive erano negate. Non c’era Internet, Youtube, i social network. Noi Negrita appartenevamo a quello che si chiamava underground, vivevamo di piccole conquiste sul campo. Ora i ragazzi hanno più opportunità, anche grazie ai talent e a Sanremo che non è più come quello di quando io ero giovane. Mia figlia li ascolta i Maneskin e se avessi la sua età probabilmente anche io andrei a vedere i loro concerti”.
D’altronde la giovane band romana è stata lanciata da Manuel Agnelli ad X Factor, un artista che fa parte della stessa generazione dei Negrita e considerato dallo stesso Paolo Bruni come un principe dell’underground e dell’indie. Infine, citando i gusti musicali della figlia che vanno dalla trap a Coez e Calcutta, ha fatto una riflessione sui giovani e sul mainstream: “Spero che i ragazzi di oggi siano meno autoghettizzanti per quanto riguarda l’ascolto. Mi fa molto piacere vedere mi figlia che ascolta diverse cose. Vuol dire che i ragazzi adesso hanno meno paraocchi rispetto alla nostra generazione”.