È morto Paul Ginsborg, lo storico inglese noto per i suoi studi sull’Italia contemporanea e per il suo impegno nelle file dei Girotondi, all’epoca dei governi con Silvio Berlusconi. Dopo una lunga malattia, si è spento circondato dagli affetti più cari, la moglie Ajse Saracgil e i tre figli, Ben, Lisa e David. Era uno dei rappresentati più intervistati e riconosciuti dalle telecamere tv per la sua partecipazione al movimento che nel 2002 pace in chiave antiberlusconiana. Ma il 76enne, che insegnava Storia contemporanea all’Università di Firenze dopo gli incarichi nelle università di Torino e Siena, andrebbe ricordato soprattutto per il saggio “Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi“, che racconta la rinascita dell’Italia dal 1945 fino alla fine degli anni ’70.



Negli anni ’90 diventò libro di testo per molti studenti universitari italiani che si occupavano di storia e politica. Per un periodo di tempo Silvio Berlusconi fu oggetto della sua analisi sociologica, tanto che Paul Ginsborg dedicò un paio di volumi al leader di Forza Italia. Lo storico inglese, che amava la democrazia italiana ed era critico nei confronti di Berlusconi, poi spostò il suo mirino su Matteo Renzi.



IL “CETO MEDIO RIFLESSIVO” CONIATO DA GINSBORG

Inglese naturalizzato italiano, Paul Ginsborg ha sviluppato i suoi studi e il suo impegno proprio nel nostro Paese. Le sue speranze erano riposte nel «ceto medio riflessivo», espressione fortunata coniata per indicare docenti, giornalisti, ricercatori, membri dell’associazionismo, sindacati e cooperative, i più interessati al destino della società. Qualche anno fa, in un’intervista a Repubblica, affermò che quel ceto esisteva ancora, seppure pervaso da una «riflessività amara» e da un grande disorientamento.

Paul Ginsborg si era dedicato al tema della fragilità della democrazia contemporanea, da un lato assediata dai populismi e dai movimenti anti-democratici, e dall’altro screditata dall’incapacità di affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso e globalizzato. Oltre alle dinamiche politico, l’occhio dello storico inglese era attento anche alla mentalità, al costume, ai rapporti familiari e alle trasformazioni della società civile, che peraltro aveva studiato molto bene. Paul Ginsborg era presidente emerito di Libertà e giustizia.