Morto il cardinale Paul Josef Cordes, grande amico di Benedetto XVI che gli conferì la porpora nel concistoro del 24 novembre 2007. Il decesso è avvenuto questa notte, nella clinica Casa di Cura Pio XI dopo una lunghissima malattia che però non aveva piegato la sua mente. Infatti, il prelato tedesco 89enne è rimasto lucido fino alla fine. I funerali si terranno presumibilmente nella Basilica di San Pietro, alla presenza di Papa Francesco, nella data che sarà resa nota dalla Santa Sede. Il porporato originario di Kirchhundem è stato a lungo “protettore” dei movimenti ecclesiali in Curia, motivo per il quale Giovanni Paolo II lo volle a Roma negli anni ’80 come uomo chiave del Pontificio Consiglio per i Laici. Cordes è stato uno dei grandi critici del percorso sinodale della Chiesa tedesca, non si è mai tirato indietro dalle polemiche con i confratelli più progressisti.



Nel gennaio 2023 a causa delle sue condizioni di salute instabili non potè concelebrare i funerali dell’amico e maestro Joseph Ratzinger con cui era rimasto in costante contatto dopo il ritiro, al monastero Mater Ecclesiae. In generale, è stato uno dei vescovi più vicini a Benedetto XVI che si è sempre fidato molto del suo parere. Movimenti ecclesiali come Comunione e Liberazione o Rinnovamento nello Spirito Santo devono molto al lavoro svolto dal cardinale Cordes in Vaticano a difesa della valenza positiva di queste esperienze nonostante l’opposizione di diversi altri prelati.



LA CARRIERA DI CORDES E LA SPACCATURA TEDESCA

Il cardinale Paul Josef Cordes verrà ricordato come una figura importante nella storia della Chiesa della seconda metà del Novecento in virtù del suo ruolo a favore delle realtà ecclesiali, fonti di vocazioni e testimonianze di fede, ma senza sovraesposizione mediatica. Diventato arcivescovo nel 1995 e presidente emerito del Pontificio Consiglio “Con Unum”, incarico che ha mantenuto fino al 2010, tre anni dopo aver ricevuto la porpora da Ratzinger, contribuì a strutturare l’idea delle Gmg (Giornata mondiale della gioventù). Durante il pontificato di Benedetto XVI, Cordes ha avuto un ruolo fondamentale, dietro le quinte, come promotore dell’enciclica Deus Caritas Est, la prima del Papa tedesco e pure la più amata.



Il cardinale Paul Josef Cordes ne fu l’ispiratore dopo la bocciatura della prima bozza dalla Segretaria di Stato all’epoca di Giovanni Paolo II. Ratzinger si ricordò della proposta del connazionale e amico, riprendendola e dando così alla luce la sua prima grande enciclica. Negli anni di grande spaccatura nella Chiesa tedesca, Cordes ha evidenziato più volte le difficoltà rappresentate da un Sinodo di vescovi locali nel prendere decisioni su questioni di materia della Chiesa universale. Il cardinale non nascose il timore di un scisma e continuò a invitare i vescovi “ribelli” a concentrarsi sulla dimenticanza di Dio nella nostra società anziché su temi più “politici” come il sacerdozio femminile, l’abolizione del celibato e le benedizioni delle coppie gay.