L’ambientalista Paul Watson è stato arrestato in Groenlandia e ora rischia l’estradizione in Giappone, dove è ricercato in virtù di un mandato di arresto internazionale. Lo ha annunciato Sea Shepherd, organizzazione no profit per la conservazione dell’ambiente marino che ha fondato lo stesso attivista, noto per le sue battaglie contro la caccia alle balene. L’arresto è avvenuto domenica: aveva appena attraccato la sua barca, la John Paul DeJoria, a Nuuk, in Groenlandia, quando è stato preso in custodia dalla polizia danese.



Il capitano dell’imbarcazione, Locky MacLean, ha pubblicato un video sulla pagina X ufficiale della Captain Paul Watson Foundation, spiegando che sono stati abbordati subito da una squadra SWAT della polizia danese, «che non ha perso tempo ad ammanettare il nostro fondatore, e ad arrestarlo» sulla base del mandato d’arresto internazionale emesso dall’Interpol, «vecchio di decenni», su richiesta del Giappone. L’attivista era stato oggetto di un precedente mandato emesso dal Giappone in relazione alle sue attività anti-caccia delle balene nell’Oceano del Sud, dove i giapponesi cacciavano le balene fino al 2016.



LE MISSIONI AMBIENTALISTE DELL’ATTIVISTA

Paul Watson, che aveva lasciato in maniera conflittuale Greenpeace, che aveva contribuito a fondare, prima di lanciare Sea Shepherd, è noto per aver condotto campagne marittime contro la caccia alle balene, lo spinnamento degli squali e altre pratiche marittime contestate. Una missione di questo tipo ha spinto l’attivista a recarsi in Groenlandia nel weekend, dove aveva programmato una sosta di rifornimento nel viaggio che doveva portarlo verso l’Oceano Pacifico settentrionale.

Infatti, il programma prevedeva di intercettare la Kangei Maru, una nave giapponese sospettata di poter essere usata per rilanciare le spedizioni di caccia alle balene nell’Oceano Antartico. «Imploriamo il governo danese di rilasciare il capitano e di non accogliere questa richiesta politicamente motivata», ha scritto il capitano Locky MacLean nel comunicato.



COSA RISCHIA ORA PAUL WATSON

La polizia danese, comunque, ha confermato in un comunicato di aver trattenuto Paul Watson a causa del mandato giapponese: ora l’ambientalista potrebbe rischiare fino a 15 anni di carcere in caso di condanna. La fondazione ritiene che sarà detenuto a Nuuk fino al 15 agosto, intanto Il giudice comunque gli ha negato la libertà su cauzione, ravvisando il rischio di fuga, anche in virtù di un’accusa del 2012 in Germania relativa allo spinnamento di squali per la quale Watson era fuggito dagli arresti domiciliari.