22 infermieri hanno ottenuto un risarcimento di ben 8.000 euro a testa a seguito di una sentenza del tribunale di Milano, per la mancata concessione della pausa mensa. Lo scrive nursetimes.org, parlando di sentenza storica, in quanto viene sancito il principio che il datore di lavoro è obbligato a garantire il diritto alla pausa ai suoi dipendenti. Il caso ci giunge dall’Asst Valle Olona dopo che appunto 22 lavoratori hanno deciso di fare causa alla propria azienda ospedaliera in quanto costretti a sostenere turni di lavoro, spesso e volentieri decisamente impegnativi, senza potersi fermare a mangiare.
Trovando l’appoggio dell’avvocato Paolo Perucco e di Nursind Varese, hanno deciso appunto di citare in giudizio l’Asst Valle Olona: quest’ultima, specifica nursetime, riconosceva il diritto alla mensa ai propri lavoratori, ma non era stata concessa alcuna pausa in quanto gli stessi non lo avevano mai richiesto. Stando a quanto specificato dal contratto collettivo nazionale di lavoro, datato 2011, la pausa mensa viene garantita al lavoratore nel corso dell’orario di lavoro, e non all’inizio del turno o alla fine dello stesso, ma molte volte è capitato che alcuni turnisti non riuscissero a fermarsi e ad andare in mensa per via delle loro turnazioni, e ciò aveva ovviamente creato delle ripercussioni sulla salute degli stessi lavoratori nonché sulle loro condizioni di lavoro.
PAUSA MENSA NON GODUTA, LAVORATORI RISARCITI: COSA VIENE STABILITO
Viene così stabilito che il datore di lavoro deve garantire la pausa mensa anche se questa non viene richiesta, in quanto la pausa è un diritto essenziale. Di conseguenza è fondamentale che l’azienda organizzi i turni di modo che il personale possa sfruttare la pausa. Ma come mai si è giunti ad 8.000 euro di risarcimento?
Il tribunale fa sapere che il calcolo deriva dal costo di un pasto al giorno, leggasi 5,16 euro, moltiplicato per tutti i giorni di servizio in cui la mensa non è stata goduta, per ben dieci anni. Secondo nursetimes questa sentenza potrebbe aprire la strada ad una pioggia di cause da parte di quei turnisti che non hanno goduto della pausa pranzo negli ultimi anni.