Pavel Durov arrestato in Francia: quali sono le accuse
Arresto Pavel Durov, la Francia ha comunicato i 12 capi di accusa ai quali il fondatore di Telegram dovrà rispondere. Tra i reati dei quali è imputato c’è principalmente la complicità in organizzazioni criminali per facilitare le transazioni illegali su piattaforme online, ma anche aver permesso la diffusione e condivisione di materiale pedopornografico, complicità nella compravendita online di sostanze stupefacenti oltre che di apparecchiature illegali per l’intromissione in sistemi informatici con furto e danneggiamento di dati e importazione e fornitura di sistemi di crittografia.
Di conseguenza, Durov è anche accusato di essere complice di associazioni a delinquere che operano nell’ambito di frodi, reati e riciclaggio. Il Ceo di Telegram resterà in custodia cautelare in carcere, nel quale prosegue l’interrogatorio, fino al 28 agosto, e nelle successive indagini saranno coinvolti anche il centro per la lotta alla criminalità informatica e l’ufficio antifrode. Questo perchè, secondo quanto dichiarato dalla Procura di Parigi, potrebbero spuntare altre accuse, soprattutto in merito ad altri reati informatici che la piattaforma avrebbe permesso agli utenti senza alcun controllo, come ad esempio il cyberbullismo e la promozione del terrorismo.
Russia accusa: “Piano degli Usa per controllare Telegram in vista delle elezioni”
L’arresto Pavel Durov sta facendo discutere innescando molte reazioni internazionali, soprattutto scatenando le accuse della Russia. Il portavoce di Putin, Dimitri Peskov, ha infatti dichiarato che si tratterebbe di un tentativo da parte dell’Occidente di limitare la libertà di informazione. Mentre il capo dei servizi segreti di Mosca, Serghei Naryshkin ha affermato che questo arresto è stato voluto da Washington per: “Estendere il controllo su Telegram e censurare le piattaforme che non sono direttamente controllate dagli Usa in vista delle presidenziali di novembre“.
Emmanuel Macron ha risposto alle polemiche pubblicando un intervento su X nel quale nega qualsiasi interesse di tipo politico: “L’arresto del presidente di Telegram su suolo francese è avvenuto nell’ambito di un’indagine giudiziaria in corso. Non è in alcun modo una decisione politica“. Aggiungendo: “Spetta ai giudici pronunciarsi sulla questione“. Ad interessarsi al caso sono stati anche gli Emirati Arabi, paese nel quale Durov ha la cittadinanza e la sede della sua società, che sono intervenuti per richiedere di attivare: “Urgenti e necessari servizi consolari di protezione“. Il Ceo di Telegram resterà in carcere fino al 28 agosto per rispondere agli interrogatori della Procura che gli ha imputato al momento 12 reati.