Pavel Vilikovský è morto. Lo scrittore, traduttore e pubblicista slovacco è scomparso il 10 febbraio all’età di 78 anni a Bratislava. Una morte che colpito il mondo della letteratura, ma principalmente quello della prosa postmoderna visto che Pavel è stato uno dei rappresenti di maggior prestigio delle ultime generazioni. Le sue opere, infatti, hanno contribuito a cambiare in modo significativo il panorama della letteratura slovacca negli anni ’60 permettendo allo scrittore di imporsi anche a livello mondiale vincendo diversi premi e riconoscimenti come i premi letterari Anasoft Litera. Classe 1941, Vilikovský è nato il 27 giugno a Paludzka, una regione di Zilina, ma è cresciuto principalmente a Bratislava. Poi per motivi di studio si è trasferito a Praga dove ha seguito il corso di regia cinematografica alla FAMU di Praga e successivamente è tornato a Bratislava dove ha studiato lingue presso l’Università Comenius a Bratislava.
Pavel Vilikovský, le opere
Dopo aver conseguito la laurea in lingue presso l’Università Comenius a Bratislava, Pavel Vilikovský ha lavorato come redattore di alcune riviste slovacche come Tatran ricoprendo il ruolo di caporedattore per la rivista Romboid e Reader’s Digest. Non si contano le opere di successo, molte delle quali tradotte in tantissime lingue: ungherese, inglese, francese, polacco e anche italiano, che hanno permesso allo scrittore di diventare uno degli autori slovacchi più conosciuti e tradotto al mondo. Nelle sue opere Vilikovský ha raccontato e descritto i sentimenti e le aspirazioni della generazione del dopoguerra dando voce principalmente al suo popolo e alla sua terra. Una scrittura che gli ha permesso di diventare lo scrittore della “slovacchità”, ossia un lavoro dedito principalmente a raccontare l’identità di un un piccolo popolo da sempre costretto a fare i conti con l’invadenza delle culture limitrofe. Ecco alcune delle sue opere più note e conosciute: “È sempre verde…”, “Il Casanova slovacco e altro kitsch” tra cui menzioniamo anche alcune opere tradotte in lingua italiana come “L’ultimo cavallo di Pompei, “Le confessioni di un amante ingenuo” e “Autobiografia del male”.