Uno dei temi su cui hanno dato battaglia i no vax sono le cure, motivo per il quale i nuovi farmaci anti Covid sviluppati da Pfizer (Paxlovid) e Merck (Molnupiravir) sono stati accolti con entusiasmo. Ma le nuove pillole comportano dei rischi. Ci sono infatti avvertenze di sicurezza e limitazioni di cui i medici devono tener conto prima di prescriverle ai pazienti. Non tutti sono candidati a questi trattamenti con farmaci anti Covid. Ad esempio, Paxlovid non dovrebbe essere usato contemporaneamente con alcuni tipi di farmaci, compresi quelli comuni come la simvastatina, nota anche col marchio Zocor, pillola contro il colesterolo. Lo spiega il Wall Street Journal, chiarendo che un componente di Paxlovid, noto come ritonavir, può interagire con altri farmaci in maniera pericolosa.
In alcuni casi può essere consigliabile sospendere l’uso dell’altro farmaco o regolarne la dose durante i cinque giorni nei quali la persona deve assumere il farmaco anti Covid di Pfizer. «Una delle cose chiave che i pazienti e i medici devono sapere è controllare le interazioni tra farmaci», ha avvertito il dottor Rajesh Gandhi, specialista di malattie infettive al Massachusetts General Hospital di Boston e professore di medicina alla Harvard Medical School.
FARMACI ANTI COVID E INTERAZIONI
C’è un enzima naturale nel corpo, chiamato CYP3A, che aiuta a migliorare l’efficacia di Paxlovid, d’altra parte è responsabile del metabolismo di molti altri farmaci. Quindi, se una persona sta assumendo un altro farmaco che dipende fortemente da questo enzima, l’assunzione del farmaco anti Covid di Pfizer nello stesso momento può portare ad un pericoloso accumulo di concentrazioni più alte del normale dell’altro farmaco. Infatti, la scheda informativa autorizzata dalla Food and Drug Administration per Paxlovid riporta molti farmaci che non dovrebbero essere presi contemporaneamente a Paxlovid a causa delle interazioni con il CYP3A. Oltre alla simvastatina, ci sono alcuni antipsicotici, analgesici e un prodotto a base di erbe. Alcuni altri farmaci possono essere co-somministrati con Paxlovid, ma con aggiustamenti di dosaggio per garantire la sicurezza. Molti infettivologi sono abituati al problema dell’interazione tra i farmaci ritonavir perché è capitato anche nel trattamento dell’HIV.
GLI AVVERTIMENTI SU MOLNUPIRAVIR
Per quanto riguardo il Molnupiravir, prodotto da Merck e Ridgeback, la Food and Drug Administration ha stabilito che è autorizzato per gli adulti, ma non per i bambini sotto i 18 anni a causa del suo potenziale effetto sulla crescita delle ossa e della cartilagine. Alte dosi del farmaco hanno compromesso la crescita delle ossa e della cartilagine in studi sui ratti. Come evidenziato dal Wall Street Journal, il farmaco Merck non è raccomandato per le donne incinte a causa del potenziale di danno fetale, un segnale di sicurezza visto in studi animali del farmaco. Inoltre, le donne in età fertile dovrebbero usare una contraccezione affidabile durante il trattamento e per quattro giorni dopo l’ultima dose. Così anche gli uomini durante il trattamento e per almeno tre mesi dopo l’ultima dose.
Il funzionamento del farmaco Merck ha poi sollevato preoccupazioni sui suoi effetti, perché il Molnupiravir causa mutazioni genetiche del virus, quindi il timore è che porti allo sviluppo di varianti. Per questo i funzionari della Food and Drug Administration suggeriscono ai pazienti da curare con questo farmaco di isolarsi durante il trattamento per mitigare questo rischio, ma un portavoce della Merck ha assicurato che non ci sono prove che il farmaco contribuisca all’emergere di nuove varianti. Il meccanismo del farmaco di Merck ha anche sollevato preoccupazioni riguardo eventuali mutazioni genetiche nei pazienti. La FDA ha concluso che questo rischio è basso, in parte a causa della breve durata del trattamento. Peraltro, la portavoce della Merck ha detto che gli studi sugli animali hanno indicato che il Molnupiravir non ha causato mutazioni o danni al Dna negli animali.