Il Coronavirus si può trasmettere anche se non si hanno sintomi: in questo caso si è un paziente asintomatico positivo. Il significato lo spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. «Significa essere affetti da Coronavirus ma non avere nessun sintomo: o magari avere avuto un lieve raffreddore, una di quelle forme che in inverno sono assolutamente confondibili con le forme virali», ha detto a Vanity Fair. Così peraltro è stato introdotto il virus in Italia direttamente da chi arrivava dalla Cina. Prendiamo il caso di Vo’ Euganeo, che rappresenta in tal senso un “caso”. Da uno studio è emerso che la percentuale di asintomatici è tra il 50 e il 75 per cento. Questo dato tiene conto del fatto che tutti i tremila abitanti sono stati sottoposti al tampone. Dunque, un numero elevato di persone infette da Covid-19, ma in buona salute, è stata inconsapevolmente fonte di contagio fino a quando non sono comparsi i primi sintomi. Per questo motivo c’è chi, come il governatore veneto Luca Zaia, spinga per tamponi “a tappeto”: individuando le persone asintomatiche, si può fermare il contagio.



PAZIENTE ASINTOMATICO CORONAVIRUS, PERCHÉ PUÒ TRASMETTERE COVID-19

Al momento non ci sono dati che rivelino quanto tempo un paziente asintomatico può essere contagioso. «Certamente indagini sistematiche compiute attraverso i tamponi possono offrirci un dato sulla tempistica; al momento su questo v’è incertezza, sebbene la durata del contagio sia sicuramente più di una settimana», ha spiegato Fabrizio Pregliasco a Vanity Fair. Anche uno studio tedesco mette in guardia dai pazienti asintomatici: è infatti stato dimostrato che Coronavirus è maggiormente contagioso prima dell’insorgere dei sintomi e durante la prima settimana in cui essi si manifestano, spesso in forma lieve. Stando a quanto emerso da questo studio, pubblicato su Science News, la buona notizia è che gli asintomatici,anche se restano positivi, smettono di essere pericolosi per gli altri quando il loro sistema immunitario comincia a produrre gli anticorpi. Secondo Clemens Wendtner, primario di Malattie infettive alla clinica Schwabing di Monaco, il nuovo Coronavirus è così contagioso perché si producono nel naso e nella gola una quantità di virus circa mille volte superiore alla Sars del 2003. I ricercatori hanno scoperto che però dopo l’ottavo giorno di sintomi i pazienti non erano più in grado di produrre virus capaci di infettare gli altri, perché il loro sistema immunitario aveva generato anticorpi sufficienti a neutralizzarli una volta usciti dalle cellule.

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