Ha qualcosa di misterioso il cosiddetto ‘paziente di Ginevra‘, entrato in remissione a lungo termine da HIV dopo aver ricevuto un trapianto di cellule staminali, senza segni di rimbalzo virale nel suo corpo. Il caso si inserirebbe tra i pochi precedenti verificatisi nella stessa modalità ‘anomala’. Ciò che però lo differenzierebbe dai predecessori sarebbe dato dal fatto che il donatore di trapianto del paziente non portava una variante genetica resistente all’HIV. Tutto questo è accaduto non solo nell’incredulità del paziente stesso ma anche dei medici, che si ritrovano ancora ad avere interrogativi sulla vicenda come apprendiamo da Live Science.
L’uomo, indicato come il ‘paziente di Ginevra’, aveva sia il cancro che l’HIV al momento della sua procedura di trapianto. Viveva con l’HIV dai primi anni 1990, quando ha iniziato a prendere farmaci anti-HIV, noti come terapia antiretrovirale (ART), per sopprimere il virus e prevenire qualsiasi progressione verso l’AIDS. In seguito ha sviluppato una forma aggressiva di leucemia, un tumore delle cellule del sangue, e ha subìto un trapianto di cellule staminali nel 2018 per trattare la condizione.
COSA DIFFERENZIA IL ‘PAZIENTE DI GINEVRA’ DAGLI ALTRI GUARITI DA HIV
La storia del ‘paziente di Ginevra’ denota somiglianze anche con gli altri cinque pazienti che hanno avuto la stessa fortuna della remissione da HIV: compresenza di cancro e virus , e controllati con ART al momento del trapianto di cellule staminali. I trapianti sono serviti principalmente come trattamenti contro il cancro ma, almeno nei primi cinque casi dei pazienti, i medici hanno anche usato i trapianti come un’opportunità per curare l’HIV. Rispetto però al paziente di Ginevra c’era differenza fondamentale: i donatori di cellule staminali presentavano una rara mutazione genetica resistente all’HIV. Questo fa sì che il virus non possa più moltiplicarsi e i pazienti possano interrompere l’ART.
Nel caso dell’ultimo uomo ‘miracolato’ questa mutazione invece non è stata riscontrata. Un mese dopo il trapianto, le cellule del sangue del paziente erano state sostituite dalle cellule del donatore. Allo stesso tempo, il numero di cellule infette dal virus nel suo corpo è diminuito e non è stato possibile rilevare anticorpi contro lo stesso. “Potrebbero esserci altri fattori non ancora identificati che potrebbero spiegare l’assenza di rimbalzo virale“, ha affermato il dottor Sáez-Cirión. Il caso del paziente di Ginevra resta però ancora un enigma per gli scienziati. Il medico ha anche aggiunto: “Attraverso questa situazione unica, stiamo esplorando nuove strade nella speranza che la remissione dell’HIV”