«Ci hanno epurati»: l’accusa è durissima e riapre l’ennesima “ferita” interna al Pd di Bologna dopo le Primarie al vetriolo della scorsa Primavera e dopo gli ultimi presunti scandali emersi dopo alcuni scoop de “La Verità” in merito alle Primarie del 2019 che sancirono la vittoria di Zingaretti (il caso delle presunte “firme false” nel comune di Argelato, poco distante da Bologna). A lanciare l’ennesima polemica sui dirigenti Dem sono i due consiglieri uscenti della attuale giunta Merola, ovvero Alberto Aitini e Virginia Gieri: sono i sostenitori dem di Isabella Conti, la sindaca di San Lazzaro di Savena che ha conteso la candidatura di Matteo Lepore a sindaco di Bologna nelle ultime Primarie.
Dopo la vittoria (schiacciante) dello scorso 21 giugno, il candidato di Enrico Letta avanti in tutti i sondaggi aveva garantito – come da tradizione interna del Partito Democratico (non sempre rispettata, ndr) – una composizione “omogenea” delle liste di candidati consiglieri in vista delle Amministrative del 3-4 ottobre. Invece la “rissa” (con “spargimento di sangue”, come si era augurato l’ex Premier Romano Prodi alla vigilia) vista tra la “renziana” – anche se lei si è sempre definita “isabelliana” – e il candidato vincente alle Primarie sembra non trovare ancora tregua: i sostenitori di Conti sono stati tenuti fuori dalle liste, il che ha fatto scatenare la furia della componente di minoranza interna al Partito Democratico, facendo il paio con quanto Roberto Giachetti rivendica per il presunto scandalo avvenuto ad Argelato.
CAOS NEL PD A UN MESE DALLE ELEZIONI
Secondo quanto rivela il “Corriere della Sera”, la lista del Centrosinistra per le Amministrative di ottobre è stata approvata senza la partecipazione degli ex renziani di Base Riformista e della corrente Perdavvero. Aitini proprio al CorSera si sfoga e dice, «È una scelta antidemocratica e storica, perché a Bologna non era mai successa una cosa del genere. Penso che i dirigenti del Pd non abbiano davvero voluto trovare un giusto equilibrio per rappresentare tutte le anime, le idee e la pluralità del partito. Ma hanno deciso di epurare una parte delle persone». Gieri pure si accoda alla polemica, mentre da Isabella Conti per ora permane un silenzio alquanto “rumoroso”, con la situazione che appare tutt’altro che serena in casa Dem. Sembra insomma di rivivere quanto avvenne non più tardi di tre anni e mezzo fa, quando furono i “non renziani” – all’epoca in minoranza nel Pd – a lamentare la mancata presenza di un pluralismo interno, in quel caso per la composizione delle liste per le Elezioni Politiche del 4 marzo 2018. «Un atto d’amore» era il messaggio distensivo lanciato da Letta per le Primarie Pd tra Lepore e Conti: al momento la realtà dice più che altro “guerriglia interna” che rischia di divenire “guerra” a tutti gli effetti se non si trova una “toppa” in breve, magari con la riapertura in extremis delle liste. Da ultimo, probabilmente pesa e non poco ai fini delle Elezioni Comunali la scelta del Movimento 5Stelle di appoggiare Lepore qualora fosse uscito vincitore dalle Primarie, dato che avrebbero invece presentato un proprio candidato se Conti l’avesse spuntata nella contesa bolognese.