La Festa dell’Unità di Reggio Emilia, il luogo storico dove nel 1983 Enrico Berlinguer raggruppava qualcosa come un milione di persone davanti al comizio di Campovolo, chiude i battenti: il capitolo finale lo mettono, ironia del destino dell’ex Partito Comunista, i debiti e il “vil denaro”. Come spiega bene il Corriere della Sera, l’addio a “FestaReggio” sancisce un’ideale parabola della crisi a sinistra, dal fallimento della stessa Unità fino ai conti in rosso delle sezioni locali dei dem: il tutto shakerato dalla crisi politica che vede il Pd di Zingaretti al 24% incapace finora di risalire nei consensi sulla Lega e il Movimento 5 Stelle (anche se su questi secondi le Europee hanno visto un sorpasso importante e un recupero insperato alla vigilia). La crisi nazionale dei dem si unisce poi alla crisi per gli scandali esplosi nelle ultime settimane nella provincia di Reggio Emilia sul caso affidi illeciti che hanno coinvolto parte della comunità dem di Bibbiano e della Val d’Enza: si era tentato di salvare la storica Festa dell’Unità di Reggio Emilia con il trasferimento da Campovolo alla Fiera, ma l’evento ha causato una perdita dei 350 mila euro, portando a 2 milioni il rosso della federazione provinciale del Partito Democratico.



CHIUDE FESTA UNITÀ REGGIO: IL TRAMONTO DELLA SINISTRA?

Il debito era troppo e la sezione locale ha deciso dunque per la chiusura: nel 2019 e chissà se forse tornerà nel futuro, non vi sarà alcuna Festa dell’Unità, un duro colpo per militanti e affezionati storici che fin dagli Anni Sessanta affollavano le estati reggiane tra un tortello, una salamella e un dibattito con dirigenti nazionali e comunità locale. Attenzione però, come ben riporta il CorSera, le casse dem non sono in allarme rosso solo a Reggio Emilia: «aggravato da 800 mila euro di morosità da parte dei parlamentari,va registrata un’altra conferma: il Pd rimarrà nella sede nazionale del Nazareno a Roma, che però sarà ridimensionata negli spazi anche per ridurre il canone di affitto rispetto ai 600 mila annui attuali». Si era parlato di trasferimento in periferia ma l’organizzazione e la stessa Segreteria di Zingaretti si è opposta per la difficile logistica che avrebbe comportato ai parlamentari nello spostarsi comodamente da Camera e Senato presso la sede storica del Pd. Pochi giorni fa intervenendo alla Festa dell’Unità di Melzo il segretario Zingaretti ha provato a dettare la linea per superare la crisi iniziata ben prima della leadership di Matteo Renzi: «Dobbiamo ricostruire fiducia e passione, prendo un momento buono si batte per noi stessi ma per il bene dell’Italia, andando oltre egoismi e gruppetti. Dobbiamo costruire un’alternativa vera alla Lega di Matteo Salvini e non al Movimento 5 Stelle che è in via di disfacimento. La Lega ha creato disuguaglianza sociale, Ha dimostrato di non saper risolvere i problemi che presenta. Aumentata la spesa pubblica senza avere i soldi indebitando i nostri ragazzi. Con la tua finanza spericolata ha bruciato 17 miliardi con lo spread, soldi tolti ad esempio al sostegno ai Comuni e alla sanità. Dobbiamo rifondare il Pd partendo dalle idee, da settimana prossima ascolteremo i militanti per creare un programma che possa far ripartire l’Italia. Un’idea è garantire lo studio dei nostri figli, dall’asilo alla laurea».

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