Da diversi mesi a questa parte, con la data del 7 ottobre a fare da giro di boa, l’antisemitismo è tornato a fare paura, sia alle società che – e soprattutto – alle comunità ebraiche, come nel caso della Brigata Ebraica aggredita durante la manifestazione del 25 aprile a Milano: un problema di cui ha approfonditamente parlato Davide Romano, che è il direttore del Museo della Brigata, sulle pagine di Libero. Il suo ragionamento sull’antisemitismo parte da un fatto più nuovo dell’aggressione del 25 aprile, ovvero l’annullamento da parte dell’Università Statale di Milano di un convegno su Israele per ragioni ‘di ordine pubblico’.
Un fatto, sottolinea chiaramente Romano, che “non deve ripetersi”, perché oltre alla gravità dell’annullamento in sé “ha fatto emergere un certo atteggiamento populista e qualinquista del mondo accademico” con i suoi docenti “che danno l’impressione di non avere il coraggio, o semplicemente la voglia, di prendere le distanze” compromettendo quell’imprescindibile “confronto [che] nelle università deve essere libero”. Una paura, quella ad opporsi all’antisemitismo da parte di docenti e atenei, che secondo Romano è dovuta al fatto che “ci sono studenti appartenenti ai collettivi di sinistra pronti a saltare fisicamente addosso a chi non la pensa come loro“.
Davide Romano: “Conto l’antisemitismo bisogna isolare i violenti”
Proprio riallacciandosi alla sinistra, Romano sembra avere un sassolino da togliersi dalla scarpa, puntando il dito contro il Partito Democratico, accusato di “fare da sponda alle frange più estremiste” che diffondono l’antisemitismo; contrapposto ad un governo al quale chiede “un’azione forte, in modo da fermare i violenti” perché, sottolinea, “come ebrei stiamo vivendo il momento più difficile dalla Liberazione” ed è certo che “i violenti, se non vengono fermati, continueranno a far salire le tensioni, forti del senso di impunità”.
Conto l’antisemitismo, in altre parole, secondo Romano è arrivato il momento di “tirare una riga: di qua chi sta con Israele e la comunità ebraica; di là tutti gli altri, a partire dai filo Hamas, in modo da isolarli“. La sua idea è quella di creare “un cordone sanitario per isolare i manifestanti violenti” per evitare, al di là delle idee personali sul Medio Oriente e di Gaza, “di importante quella guerra e quelle tensioni nel nostro paese”.