Secondo quanto riportato oggi da “La Verità”, a breve potrebbe esplodere una bella “grana” per il Partito Democratico: secondo Francesco Borgonovo, vi sarebbero audio e chat “segrete” tra i dirigenti emiliani del Pd che dimostrerebbero la presenza di firme false e altre irregolarità in un Comune in provincia di Bologna nelle Primarie che sancirono la vittoria di Nicola Zingaretti a segretario Pd, contro Maurizio Martina e Roberto Giachetti.



Nello specifico, informa “La Verità”, le presunte irregolarità riguarderebbero schede falsificate per gonfiare il risultato delle Primarie tenutesi nel 2019 nel Comune di Argelato, in provincia di Bologna: 10 mila abitanti, una roccaforte storica della sinistra e protagonista di alcune presunte falsificazioni ora all’oggetto dell’inchiesta giornalistica de “La Verità”. Nel maggio 2019 la candidata sindaca dem Clauda Muzic è stata confermata alla guida di Argelato, ma solo qualche mese prima – il 3 marzo 2019 – in quel Comune come nel resto d’Italia si votò per la carica di nuovo segretario del Partito Democratico: stravinse Zingaretti contro gli sfidanti Martina e Giachetti, ma con qualche presunta irregolarità raccontata oggi da Borgonovo.



LE PRESUNTE FIRME FALSE ALLE PRIMARIE PD

Le fondi dem hanno rivelato a “La Verità” come i responsabili locali del Pd di Argelato avrebbero temuto una bassa affluenza nel giorno delle Primarie: per questo motivo, scrive ancora il cronista, Matteo Meogrossi – coordinatore segreteria provinciale del Pd di Bologna – «intorno alle 17 del 3 marzo si sente al telefono con Manuela Bulla, all’epoca segretario del circolo Pd Argelato». Bulla spiega al collega in alcune chat e registrazioni telefoniche (al momento ancora non pubblicate, dunque tutte da verificare nel contenuto, ndr) come in passato le Primarie videro alcune schede “aggiunte” a quelle realmente compilate dagli elettori. In questo modo il timore è che i numeri dell’affluenza finale non risultino alti perché in netto contrasto con le precedenti Primarie dove il risultato venne in qualche modo “gonfiato”. Secondo le fonti in mano a “La Verità”, Meogrossi avrebbe insistito contro la reticenza del sindaco Muzic, contraria alla falsificazione: «suggerisce che i segretari dei due circoli di Argelato e Argelato-Funo – le già citate Manuela Bulla e Laura Zoboli – si mettano d’accordo e inseriscano alcune schede artefatte, attribuendo i voti in proporzione ai candidati in lizza». L’idea era quella di produrre alcune decine di schede, dividendo i voti in maniera equa fra Zingaretti e Martina: 65% al primo, 35% al secondo. Il sindaco però insiste che non si può emettere una così palese violazione delle regole, eppure in serata del 3 marzo – riporta Borgonovo – l’accordo si sarebbe trovato, dato che 120 schede sarebbero state inserite artificiosamente e solo dopo i risultati saranno apposte le firme necessarie per “sistemare” l’irregolarità. Contattati da “La Verità” i protagonisti della vicenda negano ogni falsificazione e rispediscono al mittente le accuse, ma le registrazioni – insistono al quotidiano di Maurizio Belpietro – ci sarebbero e dimostrerebbero la presenza di quelle 120 schede con firme false inserite postume ad Argelato: «se c’è qualcuno che ha una registrazione se ne assumerà la responsabilità. Mi sembra una favola inventata visto che poi nel circolo c’è stato un cambio di segretario… Magari qualcuno è andato via perché non era contento di ciò che ha avuto dal circolo… O magari ambiva a ruoli e non li ha avuti e ora per screditare gli altri racconta questa storia…», è il commento ufficiale rilasciato dalla sindaca Muzic interpellata da Francesco Borgonovo.

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