Ho scritto un commento a caldo sui social, in merito all’intervista famigerata della Schlein a Vogue. “L’armocromia è la fine del partito dei lavoratori”. Poiché tra guelfi e ghibellini la realtà non è contemplata, le reazioni sono state entusiaste o indignate. Come, per essere di sinistra non ci si può vestire bene? Non si possono impiegare i propri soldi come si crede? Quel che conta è la politica.



Appunto. Perché, a parte l’assoluta mancanza di sense of humor, e i più seri giudizi perplessi che albergano anche dalle testate amiche (nessuno più moralista degli intellò di sinistra), è di politica che parliamo. Quale politica cova nel suo seno la segretaria del Partito democratico? Finora si è assestata sulla linea veltroniana del “ma anche”. Ma almeno Veltroni aveva osato l’impossibile, e infatti non gli è riuscita: mettere insieme le due anime popolari di questo Paese e dar vita a un partito a due teste, l’ex Pci e i democratici di sinistra.



Ora, le anime popolari si sono perse da un pezzo, emigrate verso destra o la sinistra populista. E i dem come amano chiamarsi hanno trovato casa soprattutto nei quartieri bene delle grandi città, confortati dai salotti tv, dalle firme sempre progressiste (o non firmano proprio) dei giornali sempre meno letti.

Che poi democratici lo sarebbero tutti i partiti, dato che si sottopongono a elezioni a suffragio universale, ma fa fine e non impegna. Soprattutto, non impegna, perché basta la parola democratici e automaticamente le appartengono di diritto intelligenza, moralità, senso dello Stato, competenze. Gli altri, che ribrezzo, inadeguati. Così per anni e anni i democratici hanno governato sempre, pur senza vincere.



Torniamo alla politica: quale? Quella di Guerini e la sua ala democristiana? Quella di Bettini e D’Alema? Quella dei rimasugli di Articolo uno, ultimi eredi di Rifondazione? Quella dei Bonelli ecc.? Quella di Giuseppe Conte, che proprio a sinistra cerca spazi da quando ha smesso la tenuta da leader con pochette?

La Schlein non dice, ma fa capire. Diritti, diritti per qualsiasi minoranza. Ambiente. Accoglienza senza condizioni. Tutto bello, ma il “che fare” di leniniana memoria sfugge. Poi tentenna sul sostegno all’Ucraina. Poi si smarca sulla maternità surrogata, poi non dice sul lavoro, sulle pensioni, sulle opere necessarie al Paese, mentre il suo sindaco di Roma firma per il termovalorizzatore. D’altra parte, se i suoi idoli sono la Ocasio-Cortez, per dire, c’entrano poco con la storia di un partito che, nel bene e nel male, ha svolto un ruolo importante nella storia del Paese. Un tempo c’erano le notti bianche. Adesso le strizzatine d’occhio a Ultima Generazione, i nuovi compagni che sbagliano, un pochino. Apparenza, supponenza, forzata originalità. Fumo, poco arrosto. Basta un trench indossato con nonchalance. A coprire cosa?

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