Il Pd ha reso noto le regole per candidarsi che oggi sono state approvate in Direzione: esse, come riportato da Andkronos, escludono i sindaci dei grandi comuni (sopra i 20.000 abitanti), i governatori, i consiglieri e gli assessori regionali e i parlamentari che hanno assunto mandato per 15 anni consecutivi. Per tutti, però, vale la possibilità di chiedere una deroga. In particolare, per coloro che ricoprono o hanno ricoperto la carica di Segretario nazionale, di presidente del Consiglio dei ministri e di ministro della Repubblica, la deroga viene concessa in automatico.



I cosiddetti “Big” salvi sono dunque Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando. Ma anche ex come Roberta Pinotti, che vanta due legislature alla Camera (XIV e XV) e tre al Senato (XVI, XVII, XVIII). Gli altri, invece, si ritroveranno a fare i conti e a sperare nella votazione della Direzione. Ad andare loro incontro, in tal senso, potrebbe essere la fine anticipata del governo del Premier Mario Draghi, che eliminerebbe la legislatura in corso – a quel punto interrotta – dal conteggio dei 15 anni consecutivi prevista come limite nel regolamento.



Pd, regole per candidarsi: massimo 15 anni in Parlamento, ma sono previste diverse deroghe

Le regole per candidarsi col Pd sono state dunque ben delineate, ma con esse anche le diverse deroghe possibili: oltre a quelle che riguardano il massimo di 15 anni in Parlamento, ce ne sono alcune anche relative ai sindaci dei grandi comuni (sopra i 20.000 abitanti), ai governatori e agli altri componenti degli organismi esecutivi e assembleari delle Regioni, che al momento rimarrebbero esclusi dalle liste. È fatta eccezione, infatti, per le Regioni che si trovino nell’ultimo anno di legislatura e i casi nei quali la Direzione Nazionale conceda, su richiesta del Segretario nazionale, una deroga espressa. È questo, come riportato da Adnkronos, il caso del del Lazio.



Le candidature, viene infine precisato nel regolamento approvato in Direzione oggi, possono essere integrate dal segretario con la proposta di “dirigenti politici di rilievo nazionale e personalità espressione di importanti realtà della società italiana e portatrici di competenze, ovvero indicate da altre forze politiche con le quali il Pd abbia stretto accordi politico elettorali”.