Il Pd a Livorno in pressing sul sindaco Luca Salvetti e sulla giunta per far adottare nuove linee guida per la “carriera alias” a scuola, aggirando così il percorso giuridico e medico di accertamento di una disforia di genere. Non solo per gli alunni delle scuole superiori, ma anche per gli studenti delle scuole medie, quindi bambini dagli 11 anni. Con questa mozione il Pd vorrebbe che ogni studente sia libero di identificarsi col nome che vuole nei documenti scolastici, obbligando gli insegnanti ad adeguarsi a tale indicazione. Nella mozione presentata dal Pd si legge che la “carriera alias” per essere attivata non deve essere legata alla certificazione della disforia di genere.
Quindi, ogni adolescente o bambini che vuole essere indicato nei registri scolastici con un nome che non è quello di battesimo, ma un altro di genere diverso, dovrebbe averne il diritto, senza avere bisogno di ottenere una certificazione medica. Come evidenziato dal Giornale, che ha ricostruito il caso, nella mozione è stato inserito anche l’impegno a promuovere la campagna di formazione per la “carriera alias” che coinvolge tutti gli attori della scuola, quindi professori, studenti e personale Ata.
PERINI (FDI) “PD DEVE AFFRONTARE PROBLEMI SERI”
Alla luce dell’assenza di spazi idonei, il Pd aveva provato a introdurre il numero chiuso nelle scuole, nonostante il fatto che Livorno sia una delle città con il più alto indice di abbandono scolastico in Italia. Lo evidenzia il consigliere comunale Alessandro Perini (Fratelli d’Italia), secondo cui il Pd «invece di affrontare i problemi seri che affliggono la città di Livorno», pensa «a come cambiare sesso ai bambini e agli adolescenti nelle scuole».
Come riportato dal Giornale, Perini sottolinea anche l’ipocrisia del Partito democratico in quanto si muove solo su base ideologica. Non è comunque la prima volta che il Pd a Livorno percorre questa strada. Infatti, nel 2022 era stata approvata la denominazione “alias” per le tessere delle biblioteche. Nel frattempo, le statistiche sui minori continuano a preoccupare.