Sul Decreto Sostegni non ha ‘vinto’ il Centrosinistra (Pd-Leu) perché il saldo & stralcio delle cartelle esattoriali è stato inserito, ma non ha neanche vinto del tutto il Centrodestra (Lega-Forza Italia) che voleva molto di più della “sola” cancellazione delle cartelle fino al 2010 per un massimo di 5mila euro: lo scontro sull’asse Enrico Letta-Matteo Salvini ha proseguito ben oltre l’approvazione del Decreto economico del Governo Draghi e rischia di protrarsi ancora per molto, vista anche la necessità di ri-centrare il nuovo Partito Democratico che sembra voler interpretare il neo-segretario dem.
In “mezzo” siede il Movimento 5Stelle che sulla partita fiscale in CdM ha preso le parti del Centrodestra, suscitando non pochi fastidi al Nazareno: oggi Letta ha ricordato che per battere Salvini-Meloni-Berlusconi serve fare costante appello all’elettorato e allo stesso M5s, mentre il Ministro del Lavoro Andrea Orlando su Repubblica ha indicato nel dettaglio la “via”, ovvero opporsi al “condono fiscale” che «vogliono nel Centrodestra». Per l’ex vicesegretario Dem, il Partito Democratico e la sinistra sono all’opposto della Lega sul tema fiscale: «Da una parte – dice Orlando – c’è la nostra storica contrarietà a misure di condono, come lo ha definito il presidente Draghi. Ma c’è anche una questione di opportunità: di fronte ai limiti dati dallo scostamento di bilancio bisognerebbe usare i soldi per aiutare chi ha subìto danni dal Covid – penso alle imprese che avranno dei ristori tutto sommato al di sotto del necessario – piuttosto che chi ha aperto un contenzioso dieci anni fa».
SALVINI REPLICA AL CENTROSINISTRA
La necessità di unirsi per approvare in fretta le riforme giuste che traghettino l’Italia fuori dalla crisi economica e sanitaria è chiara a tutti, ma negli atti poi non sempre questo avviene appieno: ancora oggi Orlando aggiunge «non è il momento di far pesare sul governo le bandiere propagandistiche. Ognuno ha il diritto di sventolarle, ma non può tenere in ostaggio l’esecutivo. Che si fonda su un’alleanza tra diversi, anche alternativi. Questo passaggio si giustifica perché il capo dello Stato ha richiamato la situazione drammatica della pandemia, ma è chiaro che non siamo né vogliamo essere omologati alla Lega».
Gli attacchi a Salvini da parte del segretario Dem («ha tenuto in ostaggio il Governo per un pomeriggio») sembrano andare in un’altra direzione, trovando la pronta replica oggi allo stesso leader della Lega: «Hanno gridato al condono per lo stralcio di alcuni milioni di cartelle esattoriali di 10, 15 anni fa che in un Paese normale sarebbero già state stralciate», attacca Salvini alla Scuola di formazione politica del Carroccio. «Per lo scostamento di bilancio noi chiederemo al governo Draghi coraggio, visione, di mettere tutto quello che serve», insomma il Dl Sostegni è solo un primo passo per l’ex Ministro degli Interni.
Sul tema poi del condono è tornato oggi anche un ex membro di un Governo di Centrosinistra, come il liberale Enrico Zanetti (ex Scelta Civica) che sul sito Nicolaporro.it spiega «Se un provvedimento che cancella cartelle esattoriali risalenti a 12 o più anni fa è un condono, sia almeno chiaro che è un condono che lo Stato fa a se stesso, per liberarsi dall’obbligo di impiegare mezzi e risorse per proseguire procedure che ormai potranno sortire incassi non superiori al 3-4% della massa complessiva ancora iscritta a ruolo. […] I condoni che favoriscono (anche) i contribuenti sono quelli che si fanno su annualità ancora suscettibili di accertamento o su debiti fiscali “freschi”, scontando anche le imposte dovute. Eliminare periodicamente vecchie o vecchissime cartelle non ancora incassate nonostante pignoramenti, eccetera è la cosa più sensata del mondo».