“PER I BAMBIN* DAI 6 ANNI….”: IL VOLANTINO DEL COMUNE DI VERONA CHE FA DISCUTERE

La città di Verona già prima delle ultime Elezioni Amministrative aveva vissuto settimane di polemiche per le dichiarazioni del vescovo Mons. Zenti che invitava i cattolici a non votare chi sostiene l’ideologia gender: dopo la vittoria della sinistra progressista di Damiano Tommasi (ex calciatore della Roma, sindaco di Verona per i prossimi 5 anni) il tema è rimasto comunque caldo nella città di Giulietta e Romeo, come dimostrano gli ultimi accadimenti. Un volantino già ribattezzato “fluido” dai suoi detrattori, vede il Comune dem invitare ad eventi per bambini nella “Festa dei Fiori”: fin qui nulla di problematico se non fosse per il linguaggio utilizzato, completamente schierato a favore delle tematiche LGBTQ. Dal laboratorio per il cambiamento climatico dove si legge “per bambin* a partire dai 6 anni”, fino all’invito all’incontro sulla biodiversità “a cura i WWF Veronese per tutt*”.



E poi ancora “schwa” e diverse altre forzature grammaticali per provare ad adeguare un invito per bambini in un volantino “politicamente” e “gender” corretto: la lingua “contro le discriminazioni” non vede però tutti convinti, specie perché l’invito del Comune di Verona a maggioranza Pd è volto ad una festa di primavera per bambini. La “Festa dei Fiori” sponsorizzata dal Comune era in programma sabato 22 aprile, in quanto Giornata della Terra e in concomitanza con gli eventi organizzati dall’associazione “Climact!” e dalla sezione locale del WWF. Per il momento né il sindaco Tommasi né il Pd veronese hanno voluto commentare le tante polemiche giunte dal Centrodestra e dalle associazioni cattoliche.



IRA FDI CONTRO PD VERONA: “VOLANTINO GENDER INUTILE E DANNOSO”

«Laboratori di giardinaggio per tutt*, interventi sulla biodiversità per tutt*, momenti sui cambiamenti climatici per bambin*, giochi e svaghi sempre per tutt*»: al leggere tale volantino non ci sta Maddalena Morgante, deputata FdI originaria di Verona, che critica le follie linguistiche a cui arriverebbe l’ideologia gender. «Chi ha autorizzato queste pubblicità?», spiega a “Libero Quotidiano” la parlamentare, «Declinare tutti i sostantivi con un asterisco finale invece che seguire le regole della grammatica italiana è sia inutile che dannoso».



Secondo ancora Morgante, l’asterisco usato come la schwa «equivale a un annientamento di qualunque tipo di identità, storpia la lingua e non favorisce alcun passo avanti rispetto ai principi di non discriminazione, anzi. Apre la porta all’ideologia gender confondendo i bambini sin dalla tenera età». La stessa deputata FdI ha presentato interrogazione parlamentare senza però suscitare alcun commento da parte del Partito Democratico a Verona. Come già più volte evidenziato in questo quotidiano (e non solo) con questo linguaggio “fluido” si tenta di fare la guerra alle desinenze pensando che solo con l’utilizzo della neo-lingua (il riferimento a George Orwell è evidentemente voluto) si possa condurre in porto la battaglia sul genere e l’abolizione della “differenza sessuale”. Il rischio però è che si arrivi ad un’aberrazione dell’italiano e una continua “violenza” su parole, pronomi, termini e aggettivi; una continua rincorsa a dimostrarsi più “corretti” degli altri con rischi culturali prima ancora che linguistici enormi.