Joseph Naklé, giocatore di basket gay di origini libanesi, ha creato la prima squadra di pallacanestro Lgbt d’Italia. Si tratta, come scrive il Corriere della Sera che oggi ha intervistato lo stesso cestista, della Peacox Basket Milano, di fatto il primo team arcobaleno della pallacanestro del nostro paese. “Sì, sono fiero di me – racconta al quotidiano di via Solferino – sono venuto in Italia e ho creato qualcosa che non c’era, un valore aggiunto. Per tutti”.



Quindi Joseph Naklé ha proseguito: “All’estero esistono già progetti del genere e nei miei giri mi è capitato di giocare in queste squadre, così quando sono arrivato per studio a Milano ho cercato un gruppo simile e ho scoperto – con sorpresa – che non esisteva. Allora ho contattato il Pride Sport Milano, l’associazione che riunisce i gruppi sportivi Lgbtqia+ della città, ed è cominciata l’avventura. Poi da aprile di quest’anno – ha proseguito – siamo diventati proprio ufficialmente associazione sportiva dilettantistica, una cosa che mi riempie di orgoglio e per cui voglio ringraziare pubblicamente anche il vicepresidente Francesco Fusello e il segretario Antonello Mazzotti che mi danno una grande mano”.



PEACOX BASKET MILANO DI JOSEPH NACKLÉ: “CI SONO GAY, ETERO, LESBICHE, BISEX…”

La Peacox Basket Milano è una compagine molto inclusiva e aperta a tutti: “Ci sono gay, etero, bisessuali e lesbiche. E di età diverse, dai 20 ai 45 anni. La presenza degli eterosessuali porta grande ricchezza e condivisione: stando insieme si allargano gli orizzonti di tutti. Il mio sogno è quello di arrivare a creare in futuro due squadre di due livelli, vedremo”.

Joseph Naklé racconta di come il suo paese, il Libano, sia una nazione molto accogliente nei confronti della comunità Lgbt: “E’ uno dei Paesi più aperti del Medio Oriente. La comunità c’è ed è ben accolta. Poi io sono cristiano e i cristiani accettano molto di più l’omosessualità: non a caso tutti i locali e i bar gay si trovano nella zona cristiana della città”. Il cestista ha concluso: “Sono soddisfatto, molto. Ma non è facile: ci vuole tanto impegno e io voglio arrivare a un livello di impegno ancora più alto”.