L’opinione pubblica italiana è stata scossa nei giorni scorsi dalla notizia che una certa campagna promozionale-benefica di una nota influencer si è rivelata più promozionale che benefica.
Dopo l’intervento moralizzatore della signora presidente del Consiglio abbiamo assistito a un imprevedibile atto di contrizione, oltre che a un significativo calo di followers su cui si poggia il potere non solo economico degli influencers.
Più o meno nello stesso tempo il tribunale vaticano, sottolineo vaticano, ha condannato il cardinale Becciu per essersi approfittato (i particolari della sentenza leggeteli sul sito del Vaticano) delle finanze della Chiesa.
Non so quanti followers in questa occasione ha perduto Becciu. Di sicuro una nuova perdita di followers la subirà il Vaticano, anche perché non tutti hanno capito che la sentenza farebbe parte di un’operazione di pulizia ordinata da papa Francesco.
Da parte sua il cardinale continua a proclamarsi innocente. I suoi avvocati garantiscono che lui, per sé, non ha preso nulla. Infatti, di per sé, l’accusa direbbe che i soldi sono finiti ai parenti.
Comunque per ora nessun atto di contrizione. Intanto molti, per la verità più incuriositi che preoccupati, si domandano come saranno le prigioni del Vaticano, se ricordo bene, già aperte da Benedetto XVI. Saranno qualcosa di simile allo Spielberg, o forse alla Torre di Londra, dove fu rinchiuso Thomas More?
Si esclude che il povero cardinale sia mandato ai lavori forzati nei giardini vaticani, anche perché il luogo è troppo incantevole per essere considerato un luogo di punizione.
Queste vicende però, a parte gli scherzi, ammesso che quello che ho scritto sopra sia uno scherzo, aprono una questione. Da che mondo è mondo, soprattutto nei giorni di pioggia, è convinzione del popolo che “il governo è ladro”. Che poi ci siano ladri di professione questo è chiaro fin dall’inizio della storia. Ma che della categoria facciano parte anche personaggi che hanno assunto il ruolo di benefattori…
Sembrerebbe poi, prescindere anche dagli abusi, che in molti casi la beneficenza “renda bene”. Ci sono organizzazioni benefiche internazionali costituitesi per l’aiuto a diverse categorie di disperati che oltre a distribuire migliaia di stipendi a volontari che non sempre lavorano gratuitamente, sembrerebbe che non debbano rendere conto se non ai propri fedeli followers. Forse anche i governi, che pure a volte non hanno buoni rapporti con queste organizzazioni, tutto sommato altre volte le considerano un male necessario. Qualcosa che comunque col loro lavoro supplisce alle manchevolezze degli Stati e alleggerisce le loro spese per scopi sociali.
Anche per rispetto di quegli onesti funzionari pubblici ed encomiabili veri volontari che danno la vita per aiutare gli altri, non sarebbe male che qualche inchiesta in più continui a fare chiarezza.
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