I pedaggi autostradali 2025 prevedono degli aumenti importanti. Con una novità rilasciata in via ufficiale dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si appura quali sono le società che hanno previsto degli incrementi sulle nostre autostrade italiane. Tra tutte, coloro che non hanno provveduto al rincaro sono 22.
Oltre ad Autostrade per l’Italia, che applicherà l’1,8% in più sui pedaggi in autostrada, aumenta anche la spesa necessaria per la Concessionaria denominata “Napoli Pompei Salerno”, la cui percentuale maggiorata si attesta al +1,677% (contrastando e ignorando la riforma contro gli aumenti).
Pedaggi autostradali 2025: dove e come cambiano i costi
I pedaggi autostradali 2025 costeranno di più rispetto al 2024, ma non dappertutto. Infatti, tra tutte le società Concessionarie Autostradali 22 di esse non hanno avuto l’autorizzazione per rincarare il costo. Il motivo è legato all’assenza dell’aggiornamento del Piano Economico Finanziario.
Annualmente le Società Concessionarie Autostradali devono presentare il loro Pef, specificando non solo di quanto aumentano le tariffe annualmente, ma del modo in cui vengono utilizzare le entrate finanziarie e dove vengono collocate.
Nonostante gli aumenti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha garantito uno sconto sui pedaggi autostradali, che ha permesso di far risparmiare un buon 3% di rialzo (soffermandolo all’1,8% attuale).
Al momento l’incremento del +1,8% è esteso a 2.800 km di rete autostradale italiana, dove l’unica variazione di prezzo (all’1,677% in più) è prevista da parte della Società Concessionaria Salerno-Pompei-Napoli.
Le autostrade più care d’Italia
Metà della rete autostradale italiana è gestita da Autostrade per l’Italia, che a sua volta registra un numero elevato sulla totalità dei chilometri della Penisola: 2.800 km su un totale di 6.000.
A tal proposito la coordinatrice e senatrice a livello nazionale del partito Italia Viva, Raffaella Paita, ha mosso una critica nei confronti del Governo Meloni e del ministro Salvini, specificando come per gli studenti, lavoratori e cittadini questa sia una nuova beffa.