Il cardinale George Pell si trova davanti all’ultima possibilità per dimostrare la sua innocenza nel caso che lo ha visto condannato per pedofilia, condanna che sta già scontando in carcere. L’anziano prelato, 78 anni, già a capo della segreteria per l’economia del Vaticano, è stato condannato a sei anni di carcere con l’accusa di aver abusato, anni fa, di due chierichetti dopo una celebrazione eucaristica. Uno dei due è morto da tempo per overdose, sembra per il trauma subito. Pell si è sempre dichiarato innocente.

VERDETTO ATTESO NELLA NOTTE ORA ITALIANA

L’Alta corte di Canberra in Australia esaminerà per l’ultima volta il suo caso, decidendo se confermare la condanna o ribaltare il tutto. Per gli avvocati difensori, i giurati che hanno condannato il porporato per abusi sessuali su minori hanno sbagliato a respingere le sue argomentazioni circa l’improbabilità del reato che, ribadiscono gli avvocati, è inverosimile. Non ci sarebbe stato il tempo materiale, sempre secondo la difesa, o l’occasione per commettere gli abusi. Molte persone fuori del tribunale con cartelli che dichiarano l’innocenza del cardinale che da oltre un anno è in carcere in isolamento dove non può celebrare la messa. L’opinione pubblica australiana è spaccata in due dal caso che anche in Vaticano ha sollevato molti dubbi sulla presunta colpevolezza di Pell.