PRIMO REPORT CEI SULLA PEDOFILIA: TUTTI I DATI

La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha pubblicato il 17 novembre il primo Report Nazionale sulle attività di tutela dei minori realizzato nelle Diocesi Italiane: si tratta, come da promessa fatta dall’ex Presidente CEI Card. Bassetti, del primo rapporto specifico sul tema scabroso della pedofilia e delle accuse di presunti abusi avvenuti all’interno della comunità della Chiesa cattolica italiana. Sono in tutto 89 i casi “presunti” segnalati nell’ambito della Chiesa italiana tra il 2020 e il 2021, il primo biennio preso in esame dall’inizio del servizio di rete territoriale di tutti i servizi diocesani e interdiocesani «per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili».



«Nel biennio in esame – si legge nel rapporto diffuso dalla CEI – il totale dei contatti registrati da 30 centri di ascolto è stato pari a 86, di cui 38 contatti nel 2020 e 48 nel 2021. Anche per fatti riferiti al passato, riguardano 89 persone, di cui 61 nella fascia di età 10-18 anni, 16 over 18 anni (adulto vulnerabile) e 12 under 10 anni». L’obiettivo messo in campo della Conferenza Episcopale Italiana è quello di «verificare, nel biennio 2020-2021, lo stato dell’arte in merito all’attivazione del Servizio Diocesano o Inter-diocesano per la tutela dei minori (SDTM/SITM), del Centro di ascolto e del Servizio Regionale per la tutela dei minori (SRTM) nelle Diocesi italiane. Il presente report intende offrire uno strumento conoscitivo alla Conferenza Episcopale Italiana per implementare le azioni di tutela dei minori e delle persone vulnerabili nelle Diocesi italiane». Le persone che hanno contattato il Centro messo a disposizione della Chiesa sono in prevalenza donne (54,7%) con contatti avvenuti via telefono (55,2%) oppure online (28,1%): il motivo però, è rappresentato «dalla volontà di segnalare il fatto all’Autorità ecclesiastica (53,1%), dalla richiesta di informazioni (20,8%), da una consulenza specialistica (15,6%)», certifica il Report CEI.



“IDENTIKIT” DEI 68 ACCUSATI DI ATTI PEDOFILI: COSA DICE LA CHIESA

Come sottolinea il rapporto presentato dalla Conferenza Episcopale Italiana, il profilo dei 68 presunti autori di reato pedofilia – sugli 89 casi riscontrati come “segnalazioni” (ergo dunque non per forza con riscontrato abuso avvenuto, ndr) – «evidenzia soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15)». Tra i laici identificati come potenziali “abusato” emergono i ruoli di «insegnante di religione; sagrestano; animatore di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione». Questo dice una sorta di “identikit” fornito dal Report della CEI in merito ai presunti casi di pedofilia tra il 2020 e il 2021.



Il contesto entro il quale sarebbero avvenuti i reati è per il 94,4% dei casi in un luogo fisico, in prevalenza l’ambito parrocchiale (33,3%), la sede di movimenti o associazione (21,4%) o ancora casa di formazione/seminario (11,9%). Come certifica ancora il Report, ai presunti autori degli abusi «vengono proposti percorsi di riparazione, responsabilizzazione e conversione, compresi l’inserimento in “comunità di accoglienza specializzata” (un terzo dei casi rilevati) e percorsi di “accompagnamento psicoterapeutico” (circa un quarto dei casi)». Ecco qui disponibile il Report integrale, qui la Sintesi redatta dalla CEI.