IN EUROPA QUALCUNO VUOLE SDOGANARE LA PEDOFILIA: ECCO DOVE
Se a qualunque essere senziente e sensibile venisse chiesto cosa ne pensa della pedofilia la risposta sarebbe pressapoco unanime, di sdegno a condanna: invece esiste una particolare corrente “culturale” che negli anni si sta sviluppando e che pone, con diverse sfumature, alcune “eccezioni” alla condanna arrivando a “sdoganare” in alcuni la pratica sessuale con minori di 18 anni. E attenzione: non accade in qualche antro oscuro nel mondo, con realtà tribali e antiche, no no accade tutto in Europa come testimonia l’ottima raccolta di segnalazioni operata dal quotidiano “La Verità”.
Se negli anni Cinquanta erano solo i “rapporti Kinsey” ad ammettere la possibilità della pedofilia – «Se la bambina non fosse condizionata dall’educazione non è certo che approcci sessuali del genere di quelli determinatisi in questi episodi (contatti sessuali con maschi adulti, ndr) la turberebbero» – nei successivi decenni specie nell’Europa del Nord si è sviluppata una corrente che arriva a porre basi di uno sconvolgente futuro ormai prossimo. Un futuro con basi però ben radicate nel passato: dagli anni Settanta con gli appelli degli intellettuali su “Liberation” per abbassare l’età sessuale ai 12enni, legittimando ideologicamente la pedofilia adolescenziale, fino agli anni duemila quando alcuni scienziati (come Bruce Rind, Philip Tromovitch e Robert Bauserman) hanno definito l’abuso sessuale sui bambini non così “traumatico”.
ORRORE PEDOFILIA, PERCHÈ SI VUOLE SDOGANARLA
Tutto questo ha portato ad esempio – scrive ancora “La Verità” – nel 2013 a trovare nel manuale diagnostico dei disturbi mentali del- l’associazione degli psichiatri americani (Apa) che «il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento». Addirittura in Olanda negli scorsi anni è nato un partito che chiama con “semplicità” il “Partito dei Pedofili” mentre oggi alcune frange dei democratici socialisti – a sostegno del Premier Rutte – sostengono che la pedofilia «è un orientamento sessuale con cui si nasce», e che nelle scuole secondarie «dovrebbe essere impartita un’istruzione sulla pedofilia come orientamento sessuale», dice in un verbale l’ala dei Giovani Democratici.
Al culmine dell’ambiguità arriva il documento dell’ONU elaborato dal Comitato Internazionale dei Giuristi con l’Unaids dove al principio 16 viene affermato senza remore che «la condotta sessuale che coinvolge persone al di sotto dell’età minima di consenso al sesso prescritta a livello na-zionale può essere di fatto consensuale, se non prevista dalla legge». Non solo, il documento Onu degli “8 March Principles” aggiunge anche che le persone minori di 18 anni «possono prendere decisioni in merito a comportamenti sessuali consensuali e hanno il diritto di essere ascoltate nelle questioni che le riguardano […] tenendo in debito conto della loro età, la loro maturità e il loro migliore interesse». L’orrore è servito e non sembra bastare le più giuste campagne e battaglie contro l’abuso di minori: se infatti in qualche modo vengono trovate “eccezioni” e “modalità” per poter sdoganare, quanto meno in parte, la pedofilia ecco che il problema invece che ridursi si allarga. Professori e intellettuali come la docente dell’Università di Victoria citata da “La Verità” – tal Rachel Hope Cleves – parla già di «sesso intergenerazionale», in quanto la pedofilia è un termine «controverso perché, con gli standard del nostro tempo, non vediamo alcuna possibilità per il sesso tra adulti e bambini, lo vediamo come uno stupro, non nel quadro del sesso e della sessualità».