È stato presentato oggi a Colonia dall’arcivescovo cardinale Rainer Maria Woelki il documento della Diocesi in merito ai casi di abusi sessuali avvenuti tra il 1975 e il 2018: il maxi scandalo della pedofilia nella Diocesi di Colonia, scoperchiato nel 2018, aveva portato il Vaticano e la Chiesa tedesca a formare una specifica commissione che dall’ottobre 2020 ha lavorato alacremente per fornire quanti più dati possibili sullo scempio avvenuto in alcune realtà della chiesa locale. Il documento dal titolo “Rapporto indipendente sulla lotta agli abusi sessuali nell’Arcidiocesi di Colonia” è lungo 800 pagine e consultabile gratuitamente a questo indirizzo: «il rapporto copre il periodo 1975-2020 e valuta nel dettaglio 236 fascicoli, con l’obiettivo di identificare, nel modo più specifico possibile, eventuali mancanze e violazioni legali esistenti, nonché i responsabili», ha spiegato il cardinale nella conferenza stampa di presentazione del lavoro d’indagine.
314 vittime di abusi sessuali, 202 aggressori di cui due terzi appartenenti al Clero: sono questi i numero incredibili dell’indagine messa in campo dalla Diocesi per voluta scelta dell’arcivescovo Woelki. «Il 55 per cento degli abusi riguardava bambini di età inferiore ai 14 anni e circa la metà violenze sessuali», riporta ancora il documento presentando tanti casi di abuso fisico quanto verbali.
IL MAXI REPORT DELLA DIOCESI
Nel documento della Chiesa tedesca vengono citati l’attuale arcivescovo di Amburgo Stefan Hesse – che ha lavorato a Bonn negli anni ’90 – e Joachim Meisner, morto nel 2017 e predecessore di Woelki come arcivescovo di Colonia. Come primo atto deciso dalla Diocesi è stato il sollevamento dell’incarico del vescovo ausiliare di Colonia, monsignor Dominikus Schwaderlapp, e il vicario giudiziale, padre Günter Assenmacher, che sarebbero responsabili di “violazioni di obblighi d’ufficio”. Come ha spiegato ancora il cardinale, «la preoccupazione primaria è di creare chiarezza e, per quanto possibile, giustizia per coloro che sono stati vittime di abusi sessuali».
Il report conferma la decisa mancanza di responsabilità, chiarezza giuridica e trasparenza che non hanno certo aiutato a far luce su una lunga scia di abusi pedofili nel cuore della Chiesa cattolica di Colonia: il cardinale Woelki, comunque, non è accusato di alcuna violazione anche da parte della giustizia tedesca. «Gli incidenti e gli eventi menzionati dal Rapporto – ha sottolineato l’arcivescovo – mi colpiscono profondamente. Gli ecclesiastici sono stati colpevoli di aver inflitto violenza alle persone a loro affidate. E in molti casi senza essere puniti per questo e – ancora peggio – senza che le persone colpite da questi abusi fossero prese sul serio e protette». Davanti ai giornalisti, il presule non nasconde la vergogna provata nel leggere quanto avvenuto: «è una forma di copertura quanto avvenuto. Ma una prima promessa è stata finalmente mantenuta: scoprire ciò che è stato e ciò che è. Per chiarire gli insabbiamenti e far luce su chi siano stati i responsabili».
Una primo commento arriva anche dal membro del Comitato consultivo dell’Arcidiocesi, Peter Bringmann-Henselder: «Come persone colpite dagli abusi, abbiamo dovuto aspettare a lungo questo importante passo avanti di chiarimento. Ma oggi sono contento che almeno questa promessa sia stata mantenuta». Il prossimo 23 marzo avverrà una seconda conferenza stampa sempre dalla Diocesi di Colonia con ulteriori dati e disposizioni in prevenzione degli abusi pedofili.