Una maxi rete di pedofilia da 30mila persone sospettate starebbero per divenire il più grande scandalo di abusi su minori della storia di Germania: questa volta non è l’ambiente della Chiesa come avvenne con la maxi-inchiesta del 2018 sui circa 3mila abusi su bambini effettuati da 70 anni ad oggi, ma è il mondo del web ad aver “nascosto” i potenziali pedofili per le malefatte compiute in epoca assai più recente. Nasce tutto nella città di Bergisch Gladbach nel Land Nordreno-Vestfalia ma rischia di allargarsi a tutta la Germania Federale nelle prossime settimane: «Vogliamo far uscire dall’anonimato di Internet le persone che abusano dei bambini e quelli che li sostengono», ha spiegato stamattina in conferenza stampa il Ministro della Giustizia del Land Peter Bisenbach facendo riferimento all’enorme lavoro di inchiesta dell’unità contro i crimini cibernetici riguardante la distribuzione e il possesso di materiale pedopornografico. Ma l’indagine parte da uno stupro compiuto da un 43enne di Bergish Gladbach, arrestato con l’accusa di aver abusato della figlia quando ancora era bambina: da quel caso, le forze dell’ordine hanno ricostruito una vasta rete di potenziali 30mila pedofili che con diverse forme di abusi sui forum si davano consigli su come rendere i piccoli più “docili”.
LA TASK FORCE “ZAC” E LE PRIME INDAGINI
Dal 1 luglio prossimo il Ministero della Giustizia lancerà “ZAC” (Zentrale Anlaufstelle Cybercrime) una task force contro la maxi rete di pedofili: come spiega la Dpa, l’inchiesta si fonda sulle prima indagini del 2019 a Bergish Gladbach fino alla ricostruzione dell’intera “ombra” sul web che avrebbe legami fino alla Svizzera e all’Austria. Come nota il Corriere della Sera, sono 70 le persone identificate fino ad oggi dallo scorso maggio, uno di loro è stato condannato a 10 anni di prigione: per il momento non ci sono nomi ma una quantità di materiale abnorme che rischia di rendere l’indagine ancora molto lenta. Per questo la task force proverà a smaltire senza perdere in efficacia il grande lavoro iniziato qualche mese fa nel “dark web” dell’Europa Centrale.