PAPA FRANCESCO ‘AGGIORNA’ MOTU PROPRIO SULLA PEDOFILIA
Dopo di fatto 4 anni di sperimentazione, Papa Francesco impone una ulteriore “stretta” all’interno della Chiesa sul tema della pedofilia: lo fa aggiornando la lettera apostolica in forma di “motu proprio” dal titolo “Vos estis lux mundi” (“Voi siete la luce del mondo”), pubblicata ieri dal Vaticano e che entra in vigore dal 30 aprile 2023 (abrogando le norme retroattive). Prevenire molestie e abusi su minori ma non solo, garantendo piena collaborazione su tutti i presunti casi e coinvolgendo per la prima volta nelle responsabilità indirette sui vari casi di pedofilia anche i laici a capo dei movimenti ecclesiali e non più solo vescovi, prelati e sacerdoti: queste le novità più importanti della nuova “stretta” di Papa Francesco sul tema inquietante della pedofilia.
«Consultati gli episcopati e i dicasteri della Curia romana, Papa Francesco ha promulgato definitivamente le procedure per prevenire e contrastare il fenomeno degli abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica», si legge nel comunicato della Santa Sede. I crimini di abuso, scrive poi Papa Francesco, «causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa». È solo però tramite la grazia dello Spirito Santo che è possibile “superare” il dramma e lo scandalo: «dobbiamo ricordare le parole di Gesù: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5). Anche se tanto già è stato fatto, dobbiamo continuare ad imparare dalle amare lezioni del passato, per guardare con speranza verso il futuro».
ECCO LE NUOVE NORME PREVISTA DAL MOTU PROPRIO SUGLI ABUSI: LAICI, RESPONSABILITÀ E…
È bene, secondo Papa Francesco, che siano adottate a livello universale procedure volte a prevenire e contrastare tali crimini che tradiscono la fiducia dei fedeli e delle vittime stesse: la novità più significativa dell’aggiornamento sul “motu proprio” dello scandalo pedofilia è la nuova versione della normativa “titolo III”, ovvero «con le disposizioni relative alle responsabilità dei vescovi, superiori religiosi e chierici preposti alla guida di una Chiesa particolare o di una prelatura» c’è anche l’aggiunta dei «fedeli laici che sono o sono stati moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi” mentre erano in carica».
Ciò significa che d’ora in avanti le responsabilità di eventuali casi di pedofilia all’interno del proprio gruppo, potranno essere attribuite non solo ai consacrati ma anche ai laici alla guida dei movimenti ecclesiali. Il testo è stato reso concorde con le ulteriori modifiche alle norme ecclesiastiche promulgate dal 2019 ad oggi: si tratta in particolare del «motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela” (norme emendate nel 2021); con le modifiche al Libro VI del Codice di Diritto Canonico (riforma del 2021) e con la nuova Costituzione sulla Curia Romana, “Praedicate Evangelium” (promulgata nel 2022)». In generale, viene ribadito il concetto per cui insabbiare casi di abusi o presunti tali genera una grave responsabilità che non può rimanere impunita: le procedure introdotte nel 2019 – ricorda ancora il Vaticano – «stabiliscono in modo preciso come comportarsi di fronte alle segnalazioni di casi di abuso e assicurano che vescovi e superiori religiosi – ora anche i laici a capo di associazioni internazionali – rendano conto del loro operato e siano obbligati – con un precetto legale stabilito universalmente – a segnalare abusi dei quali sono venuti a conoscenza».
LOTTA ALLA PEDOFILIA, ANCHE ADULTI VULNERABILI TRA LE POTENZIALI VITTIME PER PAPA FRANCESCO
Tra le altre importanti novità nella lettera “motu proprio” di Papa Francesco si trova anche la parte riguardando gli adulti cosiddetti “vulnerabili”: mentre infatti prima la Chiesa parlava per la pedofilia di «atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile», nella nuova versione si legge «delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile». Sempre nel testo approvato da Papa Francesco si confermano le parti in cui sono comprese non solo le molestie e le violenze sui minori e sugli adulti vulnerabili, ma riguarda anche la violenza sessuale e le molestie conseguenti all’abuso di autorità.
Tale obbligo include, chiarisce la Santa Sede, anche qualsiasi caso di violenza su religiose da parte dei chierici, «come pure il caso delle molestie a seminaristi o novizi maggiorenni». Nell’impianto generale viene confermato che il principale colpito di procedere con l’indagine è di diretta responsabilità del vescovo del luogo dove sarebbero avvenuti i fatti denunciati, mentre altro cambiamento riguarda la tutela di chi presenta la segnalazione di un presunto abuso pedofilo: «mentre prima si affermava che a colui che segnala non può essere imposto alcun vincolo di silenzio, ora si aggiunge che questa tutela va estesa, oltre a chi effettua una segnalazione, anche “alla persona che afferma di essere offesa e ai testimoni”», spiega Vatican News. Sempre alla stampa vaticana Monsignor Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e segretario aggiunto del Dicastero per la Dottrina della Fede, spiega come con questo nuovo testo «Vige così, definitivamente, non solo il “diritto-dovere” della cura delle persone vittime di abusi, ma anche quello di denunciare e segnalare questi crimini, da oggi anche da parte di laici inseriti nella leadership di associazioni internazionali riconosciute dalla Santa Sede».