L’impegno sempre più intenso della Chiesa contro gli abusi è certificato anche dal nuovo report voluto dalla Cei, da cui si trae anche una conferma sulla validità delle scelte operate. Verranno esaminati tutte le segnalazioni di abusi, pure i casi risalenti a qualche anno fa, senza alcun insabbiamento. «La piaga c’è, perché il peccato delle persone fa parte della vita. Quello che è importante è che si riesca prevenire e a identificare gli abusi, i loro colpevoli e le eventuali complicità», ha dichiarato il cardinale Matteo Zuppi al termine dell’Assemblea generale dei vescovi, tenutasi in questi giorni a Santa Maria degli Angeli (Assisi), commentando i risultati seconda Rilevazione sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Come riportato dall’Avvenire, l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei ha ribadito lo sforzo della Chiesa che prosegue con fermezza.
«Siamo i primi a essere interessati per trovare i meccanismi giusti affinché il peccato (che talvolta diventa anche reato e quando succede deve essere immediatamente perseguito in piena collaborazione con le autorità civili) sia circoscritto», ha aggiunto Zuppi. Per quanto riguarda gli insabbiamenti, anche da parte di vescovi e superiori religiosi, il cardinale ha spiegato che «le regole della Santa Sede sono chiare». Pertanto, in caso di segnalazione, questa «va subito girata al competente Dicastero vaticano, cui spetta il compito di fare le verifiche». Ma il rischio ora è proprio opposto, «cioè che per prudenza si avviino procedimenti giuridici anche solo per accertare i fatti».
I DATI DEL REPORT CEI SULLA PEDOFILIA
I dati del report confermano l’estensione delle attività di prevenzione e informazioni, con quasi 23mila persone coinvolte in questa rete di sicurezza, ma anche un calo delle segnalazioni rispetto al precedente rapporto. Nel 2022, sono stati segnalati 32 casi, con 54 presunte vittime e 32 presunti abusatori. Per quanto riguarda l’età delle presunte vittime, due da zero a 4anni, 4 tra i 5 e 9 anni, altrettanti tra i 10 e 14 anni, 25 tra i 15 e 18anni e 19 maggiorenni (adulti vulnerabili). Inoltre, 44 sono femmine e 10 maschi.
Emanuela Vinai, coordinatrice del Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori, ha precisato, come riportato dall’Avvenire, che sono arrivate anche segnalazioni di casi al di fuori dell’ambito ecclesiale. La decisione di segnalare o meno «è sempre strettamente personale», ha aggiunto la coordinatrice, riferendosi anche alla circostanza che alcuni preferiscono rivolgersi alle autorità civili. A tal proposito, il cardinale Zuppi ha aggiunto: «Quando riceviamo una segnalazione, l’invito che viene fatto in tutti i centri di ascolto è di andare anche alle autorità civili».