A Storie Italiane si torna a trattare la vicenda del pedofilo di un maneggio della provincia di Milano che avrebbe abusato alcune bimbe molto piccole. Il programma di Rai Uno ha avuto in collegamento anche oggi la madre di una vittima, che ha raccontato: “Io ho saputo della precedente denuncia dopo aver fatto la mia denuncia, i titolari del maneggio non mi hanno detto che loro erano al corrente di questa denuncia di 10 mesi e non mi hanno detto di altre bambine che erano andate a parlare alla primavera dello stesso anno e a settembre, quindi i titolari del maneggio conoscevano perfettamente gli episodi e al momento della mia denuncia non sapevo di tutti questi fatti e non sapevo che i responsabili del centro ippico sapevano molto bene”.



Quindi la madre ha aggiunto: “La vicepresidente del maneggio ha scritto al pm un’email il 27 novembre, poco dopo la mia denuncia, e da questa lettera si evince che le bimbe non sono state credute nemmeno per un minuto e ha scritto che in primavera sapevano di questa bimba che aveva denunciato il pedofilo, scrivendo di una modalità di comunicazione erronea fra il soggetto e la bimba. Peccato che la bimba abbia parlato in audizione protetta con la polizia e abbia detto tutt’altro. Non so come si possa essere bugiardi e non avere pietà per bimbe di 5, 6, 7 anni che per il giudice sono attendibili assolutamente”.



PEDOFILO AL MANEGGIO: “MIA FIGLIA SI SENTE IN COLPA”

La donna ha raccontato anche quando ha capito che la figlia stesse manifestando un disagio: “Mia figlia me l’ha detto dopo vari tentativi, l’avevo già portata da uno psicologo perchè aveva dei problemi a scuola e delle difficoltà, dopo circa 11 mesi che subiva violenze è riuscita a dirmelo. Mia figlia aveva 9 anni, era la più grande del gruppo, ha sviluppato questo terribile senso di colpa perchè non è riuscita a salvare le altre bimbe, alcune delle quali avevano 4 anni. Lei si sente in colpa per questo motivo e continua a ripeterlo”.



E ancora: “Tutte le bimbe sono ritenute credibili e attendibili nel loro racconto dal giudice. Sono state ascoltate in maniera separata e tra di loro alcune non si conoscevano. C’è stata un’audizione protetta, mia figlia è stata ascolta a scuola in presenza di una psicologa, ed ha raccontato tutto quanto subito”.