Un maxi giro di pedopornografia online con immagini e video scambiati online su social e WhatsApp, ma tutto è partito da una denuncia di una madre a Catania: 51 persone indagate di cui 30 minorenni è il risultato del maxi blitz in corso per la Polizia Postale e la Guardia di Finanza dopo investigazioni durate mesi a partire dall’esposto di una donna, madre di un adolescente, dopo che si era accorto della presenza sullo smartphone del figlio di immagini erotiche di minori pubblicate su due gruppi WhatsApp, ai quali il figlio aveva aderito nei mesi passati. Si chiamavano “Tana della Luna” – dove poi la Polizia Postale ha tratto il nome dell’operazione congiunta di queste ore – e “ScoobyDank” e nello scambio di video e immagini in un primo momento si vedevano torture, suicidi e foto choc. Poi qualcosa è cambiato (e non in meglio): la Polizia dopo la denuncia ha requisito il cellulare e in diverse settimane è riuscita a recuperare e identificare le circa 300 persone che vi hanno aderito trovando che nel materiale divulgato vi erano anche immagini e video di pornografia minorile, di pedofilia “spinta” e diverse vittime di età molto piccola.
MAXI GIRO DI PEDOPORNOGRAFIA ONLINE: 51 INDAGATO
Sono così scattate da stamane perquisizioni e provvedimenti scattati dalle diverse Procure sparse in tutta Italia: secondo quanto riportato dall’Ansa, la Polizia Postale ha fatto scattare operazioni in Sicilia, Puglia, Lazio, Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Calabria, Campania, Sardegna, Friuli-Venezia-Giulia, Basilicata, Emilia Romagna ed Abruzzo. Le province colpite riguardano, complessivamente, le città di Catania, Ragusa, Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, Roma, Torino, Alessandria, Asti, Novara, Milano, Brescia, Pavia, Firenze, Livorno, Prato, Venezia, Treviso, Verona, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Oristano, Gorizia, Terni, Genova, Matera, Forlì e L’ Aquila. Materiale informatico sequestrato e provvedimenti di inchiesta attuati alle 51 persone: ora bisogna scoprire quale fosse l’origine di tale maxi giro e chi effettivamente ha costituito i gruppi WhatsApp dove circolavano le immagini indegne: «L’odierna operazione – fa sapere un comunicato della polizia – ha messo in luce la gravità di un fenomeno delittuoso, quello della diffusione di materiale pedopornografico da parte di adolescenti che cercano e si scambiano tra loro pornografia anche infantile. Ingente il materiale informatico sequestrato che sarà sottoposto a approfondire analisi informatiche».