Quando si pensa a Pelé vengono subito in mente i tre Mondiali vinti con il Brasile: nessun altro giocatore al mondo infatti ha vinto ben tre titoli iridati. In particolare Pelé scrisse la storia ai Mondiali 1958 in Svezia e poi nel 1970 in Messico, mentre alla vittoria del Brasile nel 1962 il suo contributo fu più limitato a causa di un infortunio.

Se Messico 1970 fu in un certo senso l’ultima grande recita nella carriera di Pelé, non c’è dubbio che i Mondiali 1958 furono invece la grande rivelazione a livello globale dello straordinario talento di un ragazzo di soli 17 anni, dal momento che Edson Arantes do Nascimento era nato a Três Corações il 23 ottobre 1940 e di conseguenza nel giugno 1958 era ancora abbastanza lontano dal diciottesimo compleanno.

In Brasile naturalmente già si sapeva che Pelé fosse un ottimo giocatore, altrimenti non sarebbe stato convocato per i Mondiali, tuttavia forse nemmeno in patria potevano immaginare che il torneo in Svezia sarebbe stato segnato in maniera così impressionante da quell’attaccante del Santos, decisivo per la vittoria del titolo iridato da parte del Brasile, la prima per i verdeoro che così cancellarono l’onta del Maracanazo casalingo di otto anni prima, quando nel 1950 persero a Rio de Janeiro contro l’Uruguay un Mondiale che sembrava già vinto.

PELÉ AI MONDIALI 1958: L’ESORDIO E IL PRIMO GOL

Il 1958 sarà dunque l’anno del riscatto per una intera nazione che già allora viveva di una grande passione per il calcio: Pelé fu la “ciliegina sulla torta” di una squadra di altissima qualità. Il trio Didì-Vavà-Pelé è famoso ancora oggi e certamente non solo per l’effetto filastrocca di questi tre nomi, in Italia sicuramente conosciamo molto bene Altafini, mentre non ha bisogno di commenti il talento straordinario di un certo Garrincha.

Fu però l’esplosione a livelli stratosferici di un talento di appena 17 anni a fare definitivamente la differenza, consegnando la vittoria al Brasile. Ricordiamo allora l’epopea di Pelé ai Mondiali 1958, iniziato per lui un po’ in sordina, come tutto sommato era normale che fosse per un giovanissimo in una squadra che – come abbiamo visto – era già ricca di giocatori eccellenti soprattutto in attacco, come da migliore tradizione del Brasile.

Ecco allora che nella prima fase a gironi Pelé giocò solamente nella partita vinta per 2-0 a Goteborg contro l’Unione Sovietica il 15 giugno, data dell’esordio di Pelé ai Mondiali, più giovane giocatore del torneo e il più giovane ad avere mai giocato una partita della fase finale della Coppa del Mondo. La svolta arrivò nei quarti di finale contro il Galles, il 19 giugno sempre a Goteborg: quella partita si rivelò forse più difficile del previsto per il Brasile, che vinse solamente per 1-0 grazie al gol proprio di Pelé, più giovane marcatore nella storia dei Mondiali a 17 anni e 239 giorni.

PELÉ AI MONDIALI 1958: SEMIFINALE E FINALE DA LEGGENDA

Passano altri cinque giorni e il 24 giugno 1958 la storia diventa leggenda: semifinale contro la Francia a Stoccolma, una partita stellare tra il Brasile di Vicente Feola e una Francia a sua volta ricca di campioni quali Just Fontaine (ancora oggi ricordato per i 13 gol segnati in quell’edizione dei Mondiali) e Raymond Kopa. Nel primo tempo il Brasile passò in vantaggio già al secondo minuto di gioco con Vavà, poi al nono pareggiò Fontaine ma al 39′ Didì portò di nuovo avanti il Brasile, 2-1 dunque all’intervallo.

Nel secondo tempo però si entrò nell’era Pelé, che sarebbe durata almeno altri 12 anni, come ben sappiamo: tripletta ai minuti 52, 64 e 75, Francia disintegrata nonostante il gol nel finale di Piantoni che servì solo a fissare il punteggio sul definitivo 5-2 e colui che appena cinque giorni prima era diventato il più giovane marcatore nella storia dei Mondiali divenne naturalmente anche il più giovane autore di una tripletta a 17 anni e 244 giorni.

Infine naturalmente la finale dei Mondiali 1958, giocata il 29 giugno 1958 dal Brasile a Stoccolma contro i padroni di casa della Svezia: altra vittoria per 5-2 e Pelé di nuovo decisivo, con una doppietta più un assist. Memorabile resta soprattutto il primo dei due gol del futuro O Rei, al 55′ minuto: Pelé, ricevuto un assist nell’area svedese, stoppò di petto la palla, eseguì un pallonetto (poi definito “sombrero”) per saltare l’accorrente Gustavsson e riprese la sfera al volo battendo il portiere Svensson. Era definitivamente nata una leggenda, il grande Pelé.