Penelope Cruz, moglie e madre nel film “L’immensità”

Il film “L’immensitàdi Emanuele Crialese, uscirà a New York e Los Angeles il 12 maggio, prima del lancio nelle sale nazionali degli Stati Uniti d’America. La protagonista del film, ambientato a Roma negli anni ’70, è Clara (Penelope Cruz), sposata con Felice (Vincenzo Amato), ma di felice nel loro matrimonio c’è ben poco, tra violenze e tradimenti. I coniugi si sono trasferiti da poco in nuovo appartamento con i loro figli. Se da un lato appare evidente che non si amano più, dall’altro non riescono nemmeno a lasciarsi e i figli sono uno dei motivi che li spinge a restare assieme. Ed è proprio sui tre bambini che Penelope Cruz riversa tutto il suo desiderio di libertà.



Fra di loro vi è Adriana, interpretata da Luana Giuliani che è la più grande e da poco ha compiuto 12 anni. Lei presta sempre molta attenzione agli stati d’animo della madre e delle tensioni fra i suoi genitori. Adri vive una situazione interiore problematica perché non riesce ad accettare il suo nome e la sua identità, volendo convincere chiunque di essere un maschio, facendosi chiamare Andrea e finisce per innamorarsi anche di una ragazza. La relazione con la mamma segna gran parte del film e Clara si dimostra sempre attenta ai bisogni della figlia, essendo uno scudo per lei.

Penelope Cruz: “La maternità mi appartiene”

Clara, interpretata da Penelope Cruz, vive dei momenti molto difficili che la porteranno ad essere rinchiusa in una casa di cura. L’attrice spagnola, premio Oscar è una mamma complice dei suoi figli. Sul rapporto con Adriana un’intervista all’Ansa, Penelope ha affermato: “C’è una fortissima connessione tra loro due, nel loro sentirsi in gabbia, senza possibilità di scappare. Nel non detto, nel loro scambiarsi sguardi c’è tutto”.

Nel film, dichiaratamente autobiografico per il regista, Emanuele Crialese, la spagnola è di nuovo madre: “Ho un lato materno fortissimo, sin da quando ero piccola. Ho fatto sette film con Pedro Almodovar e in cinque sono madre, la maternità mi appartiene, è un mondo infinito sempre da scoprire, così come la famiglia“. Un particolare legame con i figli, in questa casa nella Roma degli anni ’70 che rappresenta la loro prigione, è Raffaella Carrà: mamma Penelope si scatena a ballare Rumore, coinvolgendo i tre ragazzini. “Io sono pazza di Raffaella da sempre, cantavo le sue canzoni a squarciagola per tutta la mia famiglia, è stata una donna molto importante per me”.