La fuga dei pensionati all’estero è oramai un fenomeno così tanto comune, che il Governo sembra quasi essersi – in un certo senso – arreso a queste scelte. D’altronde i rialzi sui cedolini, il tentativo di contenere gli affitti e i benefit fiscali promessi non risulterebbero essere “sufficienti” a far restare nel nostro Bel Paese.



Con il trascorrere del tempo i pensionati italiani stanno cercando nuovi paradisi fiscali dove poter mettere “residenza”, e cercare una serenità che con il nostro pressing fiscale, non potrebbero trovare così facilmente.

Il tema sui pensionati all’estero: com’è la situazione ad oggi?

Chi percepisce una pensione italiana mira ad andarsene all’estero, in cerca di una vita più tranquilla, serena, dove il clima è sempre mite e il costo della vita è minore rispetto alla nostra penisola. Ma un trend controcorrente sono gli over 65 che dopo aver vissuto fuori i confini nazionali rientrano nel Bel Paese.



Complice la volontà, la voglia e possibilmente il legame affettuoso con i ricordi del passato, il loro desiderio (di quest’ultima fascia di pensionati), di rientrare in Italia e magari godendo di un assegno pensionistico più elevato in quanto verrebbe elargito dal Paese in cui hanno vissuto e lavorato per anni.

Crolla la fuga dei pensionati all’estero soltanto in Paesi come il Portogallo, che ha attuato delle restrizioni per l’eccesso di massa – soprattutto italiani – che “sfruttava” il territorio europeo soltanto per una riduzione di tasse.

Algarve, Lisbona e Cascais, sono soltanto alcune delle città portoghesi che hanno risentito il duro colpo delle decisioni drastiche prese dal Governo portoghese.



Paesi esteri meno attraenti

Alberto Brambilla, ex commissario dell’INPS e attualmente presidente del centro studi previdenziali, ha fatto sapere quale sia il motivo per la quale Paesi come ad esempio gli USA, il Canada e la Spagna, non attraggano più come un tempo.

Tra l’allontanamento della famiglia e le vecchie tradizioni italiane, i pensionati – sostiene Brambilla – tendono a rientrare e non trasferirsi più come un tempo, oltre che perdersi i benefit fiscali come “la no tax area” godibile entro gli 8.500€.