In Italia siamo colmi di scadenze e la pensione per il 2024 è a rischio se non si effettua una comunicazione importante entro il 15 settembre. Ci riferiamo con esattezza alla comunicazione dei redditi per la quale l’ente previdenziale sociale è piuttosto severa.

L’obbligo non riguarda tutti i pensionati ma soltanto una categoria specifica (di cui ne parleremo a breve). Chi non si adegua alle tempistiche dettate dall’INPS rischia la revoca della prestazione sociale (ovvero decade per intero il diritto di percepire l’assegno pensionistico).



Pensione 2024: i rischi legati all’invio dei redditi

Chi vuol continuare a percepire la pensione nel 2024 devono stare particolarmente attento a quanto contenuto nell’articolo 35 comma 10 bis del Decreto Legge numero 207 del 2008 (divenuto poi Legge dello Stato con il numero 14 del 2009).

Il testo penalizza coloro che non rispettano le tempistiche comunicative e chi non lo fa perde il diritto (parziale oppure totale) a percepire l’assegno previdenziale.



La soluzione per gli interessati è procedere alla ricostituzione della pensione presentando tutti i redditi “presunti” a partire dall’anno 2000 fino al 2024. Per adempiere adeguatamente l’INPS concede un massimo di 60 giorni a partire da quando è scaduto l’ultimo termine.

Al di là dei 60 giorni previsti vi è un altro termine – quello più significativo – che andrà rispettato: ovvero inviare la pratica corretta entro il 15 settembre di ogni anno. Se si rientra nei tempi previsti l’INPS ripristinerà la pensione e riprenderà l’erogazione (insieme a tutti gli arretrati).



I pensionati coinvolti

Per non rischiare di perdere l’assegno della pensione del 2024 i soggetti devono rientrare nei tempi sopra esposti. Naturalmente ciò non riguarda coloro che regolarmente inviano la dichiarazione reddituale annualmente all’Agenzia delle Entrate, dato che il fisco ha accesso all’intera banca dati.

Per fare qualche esempio dei pensionati a rischio riportiamo qualche esempio:

  1. Pensionati con assegni connessi ai redditi oppure che percepiscono pensioni integrate al minimo. In questo caso va presentato il modello RED.
  2. Chi ricevere prestazioni previdenziali annesse all’invalidità. I soggetti interessati devono presentare il modello AC.
  3. Chi riceve l’assegno sociale, sociale sostitutivo oppure la pensione sociale dovrà compilare il modello ACCAS/PS (se ha trascorsi periodi fuori dall’Italia e con lo stato di ricovero).