Con la nuova Manovra di Bilancio è possibile andare in pensione anche avendo compiuto 64 anni di età. Recentemente però, le adesioni a questa tipologia di fondi sono state molto poche, soprattutto i giovani che sembrano essere restii.
Per poter rientrare tra i fortuna che usciranno dal lavoro in modo anticipato, ci sono delle regole ben precise da dover rispettare, come ad esempio il compimento dei 64 anni d’età anagrafica e far parte del sistema contributivo (valido soltanto per chi ha cominciato a versare contributi dopo l’1° gennaio del ’96).
Come andare in pensione a 64 anni?
In Bilancio figura la possibilità di godere del pensionamento a 64 anni di età. La possibilità è stata data grazie ai fondi complementari, degli strumenti finanziari che permettono di spostare il proprio capitale in rendite per la pensione.
Attualmente i fondi integrativi hanno un numero di adesioni insufficiente o comunque sotto le aspettative minime. In una recente intervista a Money il presidente INPS Gabriele Fava si è detto propenso a recarsi nelle scuole per spiegare l’importanza di accumulare contributi previdenziali.
Versare fondi sulle pensioni integrative è importante anche per – come abbiamo detto – uscire dal lavoro anticipatamente e con più semplicità. Le difficoltà di oggi sono evidenti, visto che tra i requisiti principali vi è quello di cumulare l’importo minimo pari a 3 volte l’assegno sociale.
Le difficoltà di andare in pensione
Con il trascorrere del tempo andare in pensione sarà sempre più difficile, specialmente per i giovani precari e per chi non ha una continuità lavorativa. La situazione peggiora se si da uno sguardo ai requisiti contributivi.
I gestori dei fondi integrativi devono specificare in modo chiaro il valore reale della rendita mensile. Questo permetterà agli interessati di poter fare dei calcoli reali per poter richiedere il pensionamento anticipato.
Parlando di pensioni complementari è giusto specificare cosa sono e come funzionano. Si parla di “fondi integrativi” quando i lavoratori decidono privatamente di trasferire una determinata cifra di denaro in altri strumenti finanziari e diversi dal fondo pubblico INPS.
Ne è un esempio la possibilità di trasferire il TFR in un fondo complementare, proprio come il Governo ha pensato di fare con il silenzio assenso, permettendo ai contribuenti di poter accumulare una rendita che possa garantirgli un pensionamento anticipato.