Con la Legge di Bilancio si è dato il via alle regole per godere della pensione anticipata nel 2024, così da evitare incomprensioni per i lavoratori che vorrebbero usufruire delle misure attuate nel corso del nuovo anno (da Quota 103 a Opzione Donna).
Dopo le indiscrezioni sulle nuove misure, l’INPS chiarisce il messaggio con la Legge numero 213 del 30 dicembre del 2023, e in aggiunta – variazioni incluse – con un ulteriore messaggio numero 454 risalente all’01-02-2024 (il più aggiornato). Verifichiamo dunque le condizioni per poterne usufruire.
Pensione anticipata 2024: quali sono le novità spettanti
Il messaggio dell’INPS sulla pensione anticipata del 2024, fa riferimento al prodotto che è stato catalogato sotto la dicitura in questione: “Pensione Anticipata Flessibile legge di bilancio 2024” appartenente al gruppo “Anzianità/Anticipata/Vecchiaia”.
Sulla gestione delle domande per gli anticipi gli iter sembrano essere fuorvianti e poco chiari. Ed è anche per questo motivo che l’ente previdenziale ha tenuto a specificare le procedure corrette per poter fare domanda sulle misure di pensione anticipata: Opzione Donna e Quota 103.
Nel caso della misura riservata alle donne lavoratrici, l’aggiornamento permette a quest’ultime, di poter aggiornare il loro stato familiare (aggiungendo o riducendo il numero dei figli). A proposito di modifiche, se è pur vero che il requisito contributivo sia rimasto uguale (35 anni di versamenti previdenziali), a variare è l’età minima, che passa da 60 a 61 anni.
E sempre in merito ai figli, ruolo essenziale nella misura anticipata, l’Opzione Donna permette di ridurre il requisito anagrafico di un anno (per ogni figlio), fino ad un massimo di due anni. Anche per tal motivo è stato introdotto nel messaggio dell’INPS, il numero di figli da dover inserire in fase di domanda.
Con l’articolo 1, co. 139-140 della legge n. 213 dell’anno 2023, la Quota 103 in merito alla pensione anticipata del 2024 ha apportato delle modifiche penalizzanti, tra cui:
- Importo massimo della quota lorda della pensione mensile, che in ottica di una “redistributiva” quest’ultima non può superare di quattro volte il trattamento INPS (che ammonta a 2.394,44€ lordi mensili.
- Così come per Opzione donna, il totale della mensilità pensionistica terrà conto del sistema contributivo (e non misto).
- Le finestre di uscita sono state allungate per i privati (da 3 a 7 mesi), e per il pubblico impiego (da 6 a 9 mesi).
Alle luce di quanto scritto, è chiaro che queste penalizzazioni conseguiranno un ritardo sul primo percepimento pensionistico.