Molti contribuenti sono costantemente alla ricerca delle soluzioni per godere di una pensione anticipata da richiedere nel 2025. L’INPS chiarisce le possibilità pur restando le stesse, e con delle novità più “aggravanti” rispetto all’anno precedente.
A dar notizia è l’ente stesso con la circolare 53 del 5 marzo, in cui vengono citate le misure flessibili ma contenenti i tanto temuti e fatidici “impedimenti” legati alle condizioni perlopiù contributive, penalizzando specialmente per chi ha iniziato a lavorare dopo il ’96.
Come usufruire della pensione anticipata nel 2025
La prima misura che permette di uscire con la pensione anticipata nel 2025 e negli anni avvenire (salvo disposizioni differenti), è la fatidica Quota 103. Tale opzione permette l’uscita al raggiungimento dei 41 anni di versamento contributivo e il compimento dei 62 anni di età.
La penalizzazione in termini economici è rappresentata dalla soglia massima equivalente a 4 volte il trattamento minimo, per un totale di 2.413,60€ mensili. Laddove l’importo dovesse risultare ben oltre tale limite, l’eccesso sarà conteggiato non appena verrà maturata la pensione di vecchiaia.
La misura flessibile per andare prima in pensione impone il divieto di cumulare altri redditi, a meno che non si tratti di ricavi provenienti dal lavoro occasionale e autonomo ma pur sempre entro i 5.000€ annui.
Anche i tempi per ricevere l’assegno di Quota 103 si fanno più lunghi: fino a 9 mesi per chi ha lavorato nel settore pubblico e 7 mesi per gli autonomi o i dipendenti impiegati nel privato.
La proroga di Ape Sociale
Ottime notizie per i pensionati che vorrebbero far domanda per l’Ape Sociale, la misura resterà in vigore fino alla fine di quest’anno, (con scadenza al 31 dicembre) e i criteri per l’accesso restano rispetto all’anno scorso, invariati.
Possono far domanda coloro che hanno uno status disagiato, come ad esempio i disoccupati, gli invalidi (con percentuale minima al 74%), i caregiver e i lavoratori che svolgono mansioni usuranti.
Per soddisfare la condizione minima è indispensabile aver compiuto 63 anni e 5 mesi e indipendentemente dagli anni di contributi versati.
Infine va ricordata la possibilità alle donne di di far richiesta per Opzione Donna, misura riservata unicamente alle donne che non lavorano, alle caregiver o in alternativa chi è occupata ma presso un’azienda in crisi.